Il freddo spinge al consumo di galline. I consumatori infatti preferiscono ancora cibi caldi e il brodo (di gallina per l’appunto).  Ma nonostante crescano i consumi, le quotazioni all’origine restano stazionarie.

Anche la domanda di polli continua ad essere soddisfacente, ma le quotazioni all’origine, pur in aumento, restano non remunerative per le aziende. “Siamo in presenza dei valori più bassi dell’ultimo triennio - commenta Confagricoltura - con conseguenti pesanti ripercussioni sulla redditività e quindi sulla capacità di tenuta degli allevamenti”.

Pesantemente riflessivo appare il mercato dei tacchini (soprattutto della fesa) che pone in evidenza una preoccupante diminuzione della domanda e subisce la pressione del prodotto importato da Germania, Polonia e Ungheria.

L’unica nota positiva è per le uova fresche in guscio, con un andamento favorevole per i consumi e per le quotazioni (+3,7% a febbraio su gennaio in base ai dati Ismea), ma ciò non è sufficiente per salvaguardare le aziende di questo comparto che, tra l’altro, sono chiamate ad affrontare, senza adeguati supporti, l’onerosa riconversione degli impianti, in ossequio alle nuove norme europee sull’allevamento delle galline.