'Il mercato delle materie prime è in fibrillazione e non si prevedono inversioni di rotta per il 2008. Prevediamo quindi alcune difficoltà per il comparto mangimistico, che se da un lato ha aumentato lo scorso anno le proprie produzioni, dall'altro comincia a scontrarsi con fattori che progressivamente stanno mettendo a rischio la liquidità delle aziende e che vede in serio pericolo alcune realtà italiane, forse ancora di più rispetto ai colleghi europei'. Sono toni preoccupati quelli di Assalzoo, che con circa 110 aziende associate e una produzione di 14 milioni di tonnellate per un fatturato 2007 stimato in oltre 5 miliardi di euro, è la categoria di riferimento delle imprese per la produzione di mangimi e rappresenta circa il 70-75% della produzione nazionale. Il 2007, in base alle stime dell'associazione comunicate a Veronafiere-Fieragricola, ha messo in risalto luci ed ombre di un settore forse troppo polverizzato in Italia, ma caratterizzato da un utilizzo elevato di materie prime di elevata qualità. 'Il dato produttivo dello scorso anno, che sarà ufficializzato alla fine di maggio', dichiara Giulio Gavino Usai, responsabile del settore economico di Assalzoo, 'registra un incremento del 3-5% rispetto al 2006, con una forte impennata per il comparto dell'alimentazione dei suini e degli avicoli, mentre sostanzialmente stabile si è rivelato quello dei bovini, sia da carne che da latte'. Il fattore principale di questa dilatazione nella produzione mangimistica per il settore dei suini e degli avicoli trae origine da cause diverse. 'La popolazione avicola', spiega Usai, 'è in aumento e si sta progressivamente stabilizzando su livelli simili a quelli precedenti al procurato allarme dell'influenza aviaria, forte anche di un mercato che ha visto minori crescite di prezzi al consumo per la carne di polli e tacchino. La suinicoltura, invece, sta scontando una forte crisi (anche a livello europeo) e questo spinge gli allevatori ad abbandonare le pratiche di autoproduzione della razione alimentare a favore di mangimi confezionati dall'industria, che offrono valori nutrizionali in linea con le esigenze produttive, ma a costi inferiori'. Il 2007, comunque, nonostante l'aumento dei volumi prodotti dai mangimifici, ha mostrato qualche crepa. Innanzitutto, i ritocchi al rialzo dei listini: addirittura nove in poco più di 15 mesi. Persino nuovi dazi e aumenti dei costi di trasporto hanno infiacchito le casse dei mangimifici. 'La crescita dei consumi alimentari di India e Cina, ad esempio, ha modificato le tradizionali rotte mercantili, spostando il principale flusso di scambio verso l'Asia piuttosto che verso l'Europa', rileva Usai. Inevitabile, dunque, adeguare i prezzi di vendita dei mangimi.
 
Le aspettative per il 2008
Assalzoo prevede per l'anno in corso di attestare la produzione di mangimi sui livelli del 2007. Con qualche distinzione di mercato e con qualche apprensione sul futuro. 'La crisi del comparto suinicolo in Italia e in Europa dovrebbe portare ad una riduzione dei capi allevati nella seconda metà del 2008', prevede Usai, 'con una conseguente contrazione dei volumi di mangimi prodotti per la suinicoltura. La situazione è altamente preoccupante per tutta la filiera e investe in modo particolare quelle industrie mangimistiche 'mono-prodotto', presenti esclusivamente in Italia, che lavorano solo producendo mangimi per i suini. L'allungamento dei tempi di incasso dei crediti ha già messo in difficoltà alcune realtà, che da alcuni mesi hanno azzerato gli ordini, rifiutando di procedere con le forniture'. Diversa la situazione europea, dove non sono presenti aziende mangimistiche che producono esclusivamente per una linea zootecnica e le dimensioni industriali sono maggiori, favorendo dunque una maggiore economia di scala. Le difficoltà investono anche il comparto dei bovini da carne, che registrano da alcuni mesi ristalli a ritmi rallentati e prezzi di mercato non proprio entusiasmanti. Tanto che Assalzoo prevede una diminuzione delle produzioni di mangimi. Al contrario, dovrebbe essere positivo il bilancio produttivo per i prossimi 10 mesi nel comparto avicolo. Positive anche le previsioni per la zootecnia da latte, che grazie all'aumento delle quote già a partire dal prossimo 1° aprile, dovrebbe favorire l'impiego crescente di mangimi. Resta aperto, invece, il nodo degli ogm.
La situazione futura della mangimistica, dunque, desta ben più di una preoccupazione.