Circa 70 mila ettari "intrisi" di feromoni. Tanti sono in Italia i campi in cui trova impiego la tecnica della sola confusione sessuale. Circa 31 mila riguardano melo e pero, con il Trentino e l'Alto Adige che insieme rappresentano circa i due terzi delle superfici. Anche le drupacee non scherzano, con i loro 22 mila ettari, concentrati soprattutto in Emilia Romagna. Infine la vite, dove tignole e tignolette perdono letteralmente la testa in quasi 17 mila ettari.
Trappole, nastri, formulazioni "sprayable": di modalità d'uso ne esistono diverse. Ma non solo di feromoni si tratta: esistono anche trappole per la cattura di una molteplicità di insetti che non impiegano feromoni.
Il mondo della "cattura" è perciò quanto mai variegato. Interessa il pieno campo come le derrate. Sui lepidotteri si gioca ovviamente la maggior parte della partita, ma anche coleotteri e ditteri possono essere contrastati grazie all'uso di trappole.
Una disamina completa delle infinite possibilità offerte dal "mondo trappola" è stata realizzata da Fabio Molinari, dell'Università del Sacro Cuore di Piacenza, e da Alberto Schiaparelli, agronomo da sempre impegnato nella divulgazione di argomenti tecnico-agronomici.
Il compendio è stato presentato in occasione delle Giornate Fitopatologiche tenutesi a Milano Marittima (RA) dal 13 al 16 marzo 2012, come pure è stato caricato sul relativo sito.
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Contenuto promosso da AgroNotizie, Università Cattolica del Sacro Cuore :: Istituto di Entomologia e Patologia Vegetale 10 maggio 2012 Difesa e diserbo