L’uso di sementi di qualità, ufficialmente controllate e certificate, costituisce per ogni coltura la scelta migliore per avere la garanzia di produzioni di buona qualità, con elevata resa e quindi redditizie, oltre a consentire la tracciabilità delle materie prime fornite all’industria e lungo l’intera filiera agroalimentare. Seme certificato, inoltre, è sinonimo di sicurezza quanto a purezza, germinabilità e sanità. Purtroppo – denuncia Assosementi – la richiesta del mercato insieme alla volontà degli agricoltori di risparmiare sul costo del seme, hanno portato ad un forte sviluppo del commercio illegale di sementi non certificate, così come allo scambio tra gli agricoltori di granella aziendale destinata ad essere impiegata come seme.
“Questi comportamenti illegali che mettono a repentaglio la qualità e la sicurezza della filiera produttiva legata alla soia – sottolinea Giuseppe Carli, presidente della Sezione colture industriali di Assosementi – debbono essere segnalati alle autorità preposte e venire adeguatamente perseguiti. Qualsiasi comportamento contraddittorio e superficiale nel contrastare questo fenomeno sarebbe lesivo nei confronti del made in Italy, i cui presupposti vengono sottolineati proprio in questi giorni all’Expo di Milano”.
La coltura della soia è in aumento in Italia per la quarta campagna consecutiva. Quest’anno di fatto si raddoppierà la superficie coltivata nel 2011. Nonostante le statistiche Istat sulle importazioni di sementi evidenzino ancora un bilancio negativo, per assecondare la domanda di sementi certificate di soia le aziende sementiere hanno aumentato in modo consistente la produzione. Nel 2014 essa ha raggiunto i 9.800 ha di colture portaseme (+14% rispetto al 2013), come evidenziano i dati del Cra-Scs, la figura che in Italia è incaricata della certificazione ufficiale delle sementi.
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Fonte: Assosementi