Lo scorso anno, a causa del Covid-19, i consumi di prodotti petroliferi a livello globale hanno subìto un calo importante. Questo ha portato il prezzo di tutti i carburanti, compreso il gasolio agricolo, su quotazioni basse. Dalla fine dello scorso anno però stiamo assistendo ad una curva rialzista che preoccupa gli agricoltori, ma soprattutto i contoterzisti, che vedono proprio nel gasolio una delle principali voci di costo.

Un anno esatto fa un litro di gasolio agricolo veniva venduto intorno a 0,50 euro (comprese l'accisa di 0,135 euro e l'Iva al 10%) mentre oggi si assesta a 0,67 euro. E le quotazioni sembrano destinate a rimanere con il segno più anche nelle prossime settimane, se non mesi. Le ripercussioni sui costi di produzione sono evidenti ed è inevitabile che si ripercuoteranno lungo tutta la filiera agricola, con rincari sui prodotti alimentari destinati alle famiglie, ma anche sui mangimi, già sotto stress per le quotazioni internazionali delle materie prime in salita.

Sul fronte agricolo a lanciare l'allarme è stata Uncai, l'Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali che in una nota diramata a fine marzo paventava il rischio di aumenti dei costi fino a 15mila euro per le aziende agromeccaniche di medie dimensioni.

A voler spulciare i numeri però, le quotazioni del gasolio degli ultimi giorni si stanno assestando su quelle pre pandemia. Se infatti guardiamo ai listini di inizio febbraio 2020, quando il Covid-19 era una malattia relegata alla Cina, il prezzo del gasolio si aggirava intorno ai 70 centesimi al litro. Prezzo che ritroviamo oggi alla pompa. Dunque le quotazioni del gasolio, dopo la curva discendente causata dalla pandemia, adesso sono tornate a salire (nel prossimo paragrafo spieghiamo il perché) e ora si stanno assestando su livelli "normali".


Spinta rialzista per il petrolio

Ma quali sono le dinamiche che influiscono sul prezzo del gasolio? E soprattutto, è possibile tutelarsi dal rincaro alla pompa? Abbiamo chiesto consiglio a Francesco Timpano, professore di Politica economica presso la facoltà di Economia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza.

"Il gasolio agricolo ha una componente fiscale molto ridotta e dunque il suo prezzo è strettamente legato al costo del petrolio", spiega Timpano. "Se lo scorso anno la crisi pandemica ha fatto contrarre i consumi di energia, provocando un eccesso di offerta, oggi i produttori di petrolio hanno ridotto le estrazioni per far aumentare le quotazioni".

Già, perché lo scorso febbraio la pandemia ha colto tutti di sorpresa. Da un giorno all'altro si sono fermate le aziende e milioni di persone hanno lasciato l'automobile in box. Ma la produzione di petrolio a livello globale non si è contratta altrettanto repentinamente e così, per la legge della domanda e dell'offerta, i prezzi sono crollati. Tanto che lo scorso anno si è arrivati ad avere il prezzo del gasolio agricolo a 40 centesimi al litro.
 
Per non perdere miliardi di dollari i Paesi produttori hanno deciso allora di tagliare le produzioni. E gli effetti di questa diminuita offerta si sono fatti sentire alla pompa. Alla contrazione dell'offerta si deve poi aggiungere un aumento dei consumi, visto che l'economia cinese ha ripreso vigore, consumando quindi più petrolio, e che anche gli Usa stanno uscendo dal tunnel pandemico.

Insomma, la domanda di petrolio sta crescendo, mentre l'offerta è stata tagliata. Ed è per questo che ora il gasolio agricolo ha raggiunto prezzi elevati. La buona notizia è che proprio la scorsa settimana l'Opec+, il cartello che riunisce tutti i grandi produttori di petrolio, ha annunciato di voler diminuire l'entità dei tagli decisi lo scorso anno e dunque gradualmente nuovo greggio arriverà sul mercato.

"Nel medio periodo la riduzione dei tagli alle produzioni avrà un effetto positivo, con una quotazione del petrolio che io credo sia destinata a scendere dai 60 dollari al barile di oggi ai 45-50 dollari", sottolinea Timpano. "D'altronde un prezzo troppo elevato non è desiderato neppure dai produttori".

Il motivo è semplice. Prezzi alti deprimo i consumi e quindi nel complesso si vende meno petrolio. E al contempo si spingono i Paesi importatori a cercare alternative. Con il barile vicino ai 100 dollari l'uso e lo sviluppo di fonti alternative diventa molto più conveniente, nonché auspicabile sotto il profilo ambientale.


Quotazioni future e strategie di autotutela

Tutti gli indicatori ci fanno pensare che nel medio periodo il prezzo del gasolio agricolo dovrebbe dunque diminuire, senza tuttavia raggiungere i minimi dello scorso anno. "Maggiori certezze si avranno questa estate, quando la campagna vaccinale nei Paesi più sviluppati sarà a buon punto e dunque l'economia dovrebbe tornare a pieno ritmo", spiega Timpano.

Ma c'è qualcosa che gli agricoltori possono fare per tutelarsi dal caro carburante? Sfortunatamente ben poco. A poter risparmiare qualche centesimo di euro sono le aziende che dispongono di impianti di stoccaggio di medie dimensioni, a cui conviene comprare gasolio quando è a basso costo e stoccarlo per i momenti in cui i prezzi aumentano (anche se nessuno sa dire con quali tempistiche).

C'è da dire inoltre che i rivenditori applicano degli sconti a chi acquista grossi quantitativi, anche se su questo fronte ci si deve scontrare con i vincoli amministrativi, visto che non sempre il via libera alle domande di carburante agevolato da parte delle regioni coincide con le quotazioni basse del gasolio. Infine alcuni rivenditori offrono prezzi fissi, assicurando la merce con società specializzate per mettersi al riparo da fluttuazioni di mercato.
 
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