"Con questo regolamento - ha dichiarato Franco Alfieri, capo della segreteria del presidente e assessore all'Agricoltura Vincenzo De Luca - mettiamo a disposizione dei sistemi locali, segnatamente delle piccole e medie imprese, strumenti più incisivi per potenziare il contesto in cui operano e rafforzare la propria competitività. L'obiettivo è dare slancio allo sviluppo dei territori e dell'agroalimentare, punta di diamante della nostra economia".
"I distretti - ha sottolineato Alfieri - consentiranno all'amministrazione regionale una programmazione più efficace di azioni che migliorino la competitività di uno specifico comparto dell'agroalimentare o di un territorio nel suo complesso. In pratica, sarà possibile implementare politiche ancora più incisive anche in vista della programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali per lo sviluppo rurale, che vede la Regione Campania già al lavoro".
Il regolamento in pillole
Per Distretti rurali si intendono, a norma del regolamento emanato "sistemi produttivi locali caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea che deriva dall'integrazione fra attività agricole e altre attività locali nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità e coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali".I Distretti agroalimentari di qualità sono stati individuati come quei "sistemi produttivi locali caratterizzati da una significativa presenza economica e da una interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria (Dop, Igp e Bio) o nazionale (Dop, Igp e Bio in protezione nazionale transitoria e conversione) oppure da produzioni tradizionali o tipiche".
Il regolamento regionale - costituito da 15 articoli - individua i requisiti necessari per il riconoscimento dei distretti rurali e agroalimentari dì qualità e definisce il procedimento di riconoscimento di un distretto, che si articola in tre fasi distinte: individuazione, costituzione e definizione della forma giuridica e riconoscimento vero e proprio, che avverrà con delibera di Giunta regionale dopo l'attività istruttoria posta in essere dagli uffici dell'assessorato all'Agricoltura.
In particolare, il regolamento affida la proposta di individuazione di un distretto ad un Comitato promotore rappresentativo del tessuto socio-economico territoriale e della filiera di riferimento e la cui componente privata è maggioritaria rispetto alla componente pubblica.
Possono far parte del Comitato promotore: le imprese agricole ed agroalimentari, in forma singola o associata, che operano nel territorio interessato, i consorzi di tutela delle produzioni agroalimentari certificate, le reti e i consorzi di imprese anche non agricoli ed agroalimentari; le associazioni di categoria e dei consumatori e organizzazioni sindacali e della cooperazione almeno di rilevanza regionale; i soggetti pubblici. Per i soli distretti rurali sono ammesse, come aderenti, anche imprese locali attive in altri settori, sempre che il distretto proposto preveda un sistema di relazioni sinergico tra comparti diversi.
Infine il regolamento prescrive, fra l'altro, le modalità minime di funzionamento del distretto e i suoi organi - assemblea dei soci, consiglio direttivo, presidente, tavolo di consultazione ed organo di controllo - e gli elementi minimi da prevedere nel regolamento di funzionamento del distretto, oltre a disciplinare il rapporto fra distretti e amministrazione regionale.
Confagricoltura, atto positivo che va nella giusta direzione
"Con tale atto positivo si porta in Campania un'importante applicazione della multifunzionalità dell'agricoltura con significative ricadute positive sul tasso di competitività delle imprese agricole singole e associate – è il primo commento di Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania all'approvazione del regolamento, che sottolinea – l'obiettivo dei distretti è quello di offrire ai sistemi locali di piccole e medie imprese strumenti per potenziare i fattori positivi del contesto nel quale operano, e il regolamento approvato ieri dalla giunta va nella giusta direzione"."La Regione Campania, d'ora in avanti deve tener conto dei distretti, nei suoi programmi di intervento in materia di occupazione, trasferimento tecnologico, politiche energetiche, mitigazione dell'impatto ambientale, formazione professionale, qualificazione delle produzioni agricole e agroalimentari, sviluppo rurale – ricorda Antonio Costantino, presidente di Confagricoltura Salerno, organizzazione attiva nella promozione del Distretto agroalimentare di qualità della Piana del Sele, Irno-Picentini e del territorio del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Coldiretti, ora al lavoro per i Distretti del cibo
"Ancora un ultimo sforzo e la Campania avrà una legislazione organica all'avanguardia sul settore agroalimentare, ma è una notizia positiva l'approvazione del regolamento". E' il commento di Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania, all'approvazione da parte della Giunta regionale del regolamento - che premia un lavoro che Coldiretti ha fatto insieme ai tecnici dell'assessorato regionale all'Agricoltura per dare vita ad un testo che sbloccasse l'attuazione di una legge ferma da cinque anni. Ora bisogna lavorare all'istituzione dei distretti del cibo"."E' necessario precisare - aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania - al fine di dare una corretta informazione e correggere l'ansia di prestazione di qualcuno, che manca un ultimo pezzo per completare il recepimento della legge finanziaria per il 2018, che introduce un concetto ben più ampio, ovvero i Distretti del cibo, comprendendo altre tipologie di distretti variamente caratterizzati. A tale proposito Coldiretti Campania sta trasferendo alla Regione Campania una sua proposta di emendamento per un'opportuna integrazione del testo normativo regionale".