C'è una data che potrebbe valere 320 milioni di euro in Sicilia. E' quella fissata dall'articolazione siciliana del Consiglio di Stato per districare definitivamente la matassa del bando sul biologico del Psr 2007-2013, annualità 2012, rimasto congelato a causa di una serie di ricorsi da parte degli agricoltori rimasti esclusi dall'assegnazione delle provvidenze. Il Tar Sicilia aveva ordinato all'assessorato all'Agricoltura, prima di annullare le erogazioni a ben 8mila aziende che avevano aderito alla conversione al bio richiedendo i contributi previsti dal Psr e poi, di annullare il bando congelando ogni pagamento e richiedendo in una prima fase il rimborso di quanto già erogato.
   
"Il Consiglio per la giustizia amministrativa della Regione Siciliana ha accolto la richiesta di anticipazione della data dell'udienza di pronunciamento sul  bando biologico del 2012 avanzata dal dipartimento Agricoltura che è stata fissata per il 23 febbraio, data nella quale verrà determinato l'esito del contenzioso". 

Lo afferma in una nota giunta in redazione nella serata di ieri, 14 febbraio 2016, l'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana Antonello Cracolici.
 
"La richiesta è stata presentata dopo che le controparti hanno proceduto a depositare le rinunce - riferisce ancora Cracolici, che sottolinea - nel caso di un esito favorevole sarà possibile procedere con la ripresa delle erogazioni attese da 8mila aziende, bloccate dall'anno 2015".
 
Si va quindi nella direzione auspicata da Agrinsieme e dalla Cia Sicilia fin dal 2016, le quali avevano chiesto alle parti di recedere dalla lite trovando una forma di compensazione per gli esclusi dal bando che avevano presentato ricorso e che pure si erano trovati di fronte ad una sentenza solo apparentemente favorevole, poiché non disponeva certo alcun indennizzo per loro.
 
Ma l'ultima parola spetta ora al Consiglio per la giustizia amministrativa della Regione Siciliana che a questo punto, pur in presenza della disponibilità a rinunciare alla lite da parte dei ricorrenti, potrebbe anche non ribaltare l'esito della sentenza del Tar Sicilia che aveva annullato il bando, anche se nel marzo 2016 il supremo organo della giustizia amministrativa siciliana aveva espresso un primo positivo orientamento in tal senso, pervenendo alla "sospensiva cautelare" del provvedimento del Tar.
 
Ecco per sommi capi l'intera vicenda. Il Tar Sicilia nella primavera 2015 aveva annullato l'esito del bando 2012 da 320 milioni sulla misura 214 - Pagamenti agroambientali - Azioni 1A, 1B e 1D - del Psr Sicilia 2007-2013, emanato nel 2013.

Successivamente, per un errore dell'Avvocatura dello Stato, come raccontato all'epoca alla stampa dalla dirigente regionale dell'Agricoltura Rosa Barresi, l'assessorato non ricorse al Consiglio di Stato.

E nel dicembre 2015 il Tar Sicilia confermava la nullità degli atti nominando un commissario per l'esecuzione della sentenza. E mentre l'assessore Cracolici ancora a gennaio 2016 invocava un appello di ultima istanza, l'assessorato emanava una sospensione cautelare di pagamenti per 180 milioni proprio sul bando annullato della misura 214, soldi in parte già erogati e che gli agricoltori avrebbero dovuto restituire.

A marzo 2016 il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana congelava gli effetti della sentenza del Tar Sicilia del dicembre 2015, disponendone la "sospensiva cautelare" e riservandosi di deliberare nel merito successivamente. In questo modo si evitava agli agricoltori di dover rimborsare alla Regione Siciliana gli aiuti già percepiti, ma rimaneva appesa ad un filo tutta la vicenda che ora dovrebbe finalmente trovare una definitiva composizione.