Complice la crisi da Covid-19, che ha rallentato l'export di Pecorino romano ed ha colpito tutto il mondo del pecorino fresco, si è indirizzato molto più latte verso i formaggi stagionati come il Pecorino romano. E il latte ovino sardo all'ovile continua a stazionare - secondo Ismea - intorno agli 80 centesimi di euro al litro di prezzo prevalente e Iva inclusa, con minimi a 70 centesimi e massimi a 82, come ormai accade dal 17 aprile. E se per il formaggio sono prezzi superiori a quelli dello scorso anno del 15,75% secondo le stime del Clal, la remunerazione per i pastori resta ancora modesta.
Su come riequilibrare il mercato e affrontare la crisi post-Covid19 è intervenuto nei giorni scorsi il Consorzio di tutela del Pecorino romano che, con una lunga nota, non a caso ha ricordato come lo strumento del pegno rotativo - messo a punto in Sardegna nell'aprile 2017 - sia stato adottato per i formaggi Dop italiani con la legge di conversione del Decreto Cura Italia.
l meccanismo è semplice: le banche accettano la merce come garanzia per l'erogazione di un credito, e allo stesso tempo questo "deposito" consente l'immissione scaglionata del prodotto sul mercato, in modo da assicurare equilibrio all'intera filiera.
Palitta, pegno rotativo funziona, operazioni per 35 milioni all'anno
"Ci fa molto piacere che il pegno rotativo, da noi messo a punto già tre anni fa con Abi e messo subito in atto con il Banco di Sardegna, sia stato inserito nella Legge Cura Italia e siamo sicuri che sarà utile per ripartire a tutte le Dop, le Igp e i prodotti a cui è destinato", ha esordito il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano, Salvatore Palitta. "E' uno strumento che funziona: per il Pecorino romano ha finora permesso di concludere operazioni per circa 35-37 milioni all'anno, consentendo anche alle aziende di trasformazione del latte ovino con qualche difficoltà di accedere ai prestiti bancari e di gestire e programmare le vendite in modo più sereno. In pratica, si stabilizza l'offerta, e l'equilibrio che ne deriva avvantaggia tutti gli attori della filiera, a cominciare dai pastori".Bando indigenti, a giugno le operazioni di consegna
Palitta ha sottolineato poi la necessità di continuare a utilizzare il Bando indigenti nazionale che, oltre ad avere una forte valenza sociale e assistenziale nei confronti delle fasce più deboli, assicura un riequilibrio per le Dop nell'eventuale calo di consumi che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi. "Il bando indigenti da 14 milioni previsto dal decreto emergenze è stato assegnato, e già a inizio giugno inizieranno le operazioni di consegna. Hanno aderito tutti i nostri produttori, nello spirito del decreto, ossia coinvolgere l'intero mondo della produzione e in particolare il ristoro della filiera primaria. Anche questo è un ottimo strumento per noi, perché da subito interviene a riequilibrare le eventuali maggiori produzioni", ha spiegato Palitta.Indispensabile, e in questo momento urgente, secondo Palitta, anche l'intervento della Regione Sardegna, con un bando regionale indigenti per sostenere la produzione di pecorino fresco da tavola, letteralmente crollata. "In questo modo si sostiene la ripresa della produzione del fresco e dunque si soccorrono i piccoli produttori, si aiutano le famiglie bisognose e si crea un meccanismo virtuoso che, grazie all'impiego del latte in modo differenziato, assicura equilibrio al mercato".