In Sicilia tiene banco la protesta degli allevatori: perchè i vaccari ed i pastori rischiano di perdere a causa della perdurante siccità, nel silenzio delle istituzioni, la metà del loro ingente patrimonio zootecnico: circa un milione e 125mila animali stanno morendo di fame lungo le pendici delle alture dell'Isola, rimasti senza foraggio e senza fieno di soccorso. Sono 750mila capi ovicaprini e 375mila bovini - numeri che evocano una catastrofe biblica - gli animali da reddito che rischiano seriamente di diventare nelle prossime settimane un’emergenza da protezione civile nella Sicilia piombata per la seconda volta negli ultimi 16 anni in piena emergenza idrica.

Ma le aziende agricole e zootecniche sono anche strangolate dai mancati pagamenti di Agea sulle misure del Piano di sviluppo rurale Sicilia 2014-2020. Infatti ieri, 20 febbraio 2018 oltre mille allevatori siciliani aderenti all’Unione allevatori Sicilia sono scesi in piazza a Palermo per chiedere al governo regionale lo sblocco dei pagamenti Agea, ben 57 milioni fermi dal 2015, proprio mentre l’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera, era impegnato a Roma a rappresentare i problemi delle imprese agricole siciliane ed il “disappunto” del governo Musumeci ai vertici dell’ente pagatore, rispetto ai quali l’assessore si è detto pronto, in mancanza di una risposta attendibile da Roma, a forme di protesta eclatanti da mettere a segno con gli agricoltori.

I manifestanti richiedono anche misure di sostegno urgenti a causa dei danni provocati dalla siccità, che ha messo in ginocchio le aziende zootecniche, biologiche e montane: 375mila bovini e 750mila ovicaprini qui rischiano - secondo Unione allevatori di Sicilia - di morire di fame, anche per il silenzio delle istituzioni, dalle quali al momento non perviene un cenno di risposta.

Gli oltre mille manifestanti, giunti ieri da tutte le nove province della Sicilia all’iniziativa organizzata dall’Unione allevatori Sicilia, hanno preso parte al corteo sfilato poi senza incidenti per le vie del centro storico da piazza Marina fino in Prefettura. L’Unione degli allevatori punta il dito contro il mancato pagamento dei contributi comunitari per circa 57 milioni di euro dal 2015 ad oggi: 35 milioni per le aziende biologiche su tre annualità, e circa 22 milioni su due annualità alle aziende montane per le indennità compensative
 
“Il regolamento comunitario del 2013 - ha detto il vicepresidente dell’Unione allevatori Sicilia, Carmelo Galati Rando - prevede che una volta inviata la domanda per accedere ai contributi la Regione deve procedere al versamento entro l’anno. Le nostre aziende attendono pagamenti per circa 57 milioni di euro da tre anni”.
 
Riferendosi ai danni causati dalla scarsità di piogge nell’Isola, Rando ha aggiunto: "La siccità ha danneggiato l’intero comparto agricolo e zootecnico. Ci sono aziende abbandonate, terreni sterili. Prevediamo che gli allevatori saranno costretti a portare un numero enorme di animali al macello. Chiediamo l’intervento immediato della protezione civile".
 
Secondo quanto riferito da Rando ad AgroNotizie: “Metà dei 750mila bovini della Sicilia e metà di un milione e mezzo di ovicaprini non possono essere più sfamati. E la pioggia che pure sta cadendo ed è caduta negli ultimi giorni non porta pascolo invernale in quota, per via delle basse temperature, mentre siamo ancora in attesa di risposte da parte dell’assessore Edy Bandiera su questa emergenza. Chiederemo conto nei prossimi incontri anche – ha concluso Rando – dei  prezzi della carne all’origine, fermi in Sicilia al 1986”.