Da maggio dello scorso anno il prezzo dei vitelloni da carne sta aumentando.
Rispetto all'anno precedente il 2017 si è chiuso con un aumento del 5% dei prezzi. Non accadeva da tempo. Merito in parte dell'inversione di tendenza nel consumo di carni rosse.

In contrazione dal 2012 e sino al 2016, gli acquisti di carni rosse sono cresciuti in modo significativo nello scorso anno, sia in quantità sia in valore, come evidenzia una recente ricerca di Ismea, resa nota in occasione di Fieragricola.

Nonostante questa ripresa, la domanda di carni bovine in Italia negli ultimi anni è diminuita del 14%. Innescando così un lungo periodo di crisi di mercato che solo da qualche mese sembra essersi interrotto.
 

Più import

In parallelo con la ripresa del consumo è andato aumentando l'import di bovini vivi destinati all'ingrasso. Nei primi nove mesi del 2017 l'aumento è stato del 3%, con un picco di oltre 103mila capi nel terzo trimestre.

Si attende così una crescita delle macellazioni già a partire dai primi mesi del 2018, come si legge nel report che Ismea ha dedicato a questo settore.
Cresce il numero dei capi allevati e ingrassati in Italia, ma cala l'importazione di carni fresche, prevalentemente di provenienza polacca, a scapito delle provenienze francesi.

A dar man forte alle produzioni italiane è la crescita dei prezzi delle carni bovine nei principali paesi della Ue, che ha contribuito a tonificare il mercato interno.
 

Pericolo Mercosur

Le analisi di Ismea prendono in esame anche le tendenze per i prossimi anni, che ipotizzano una stabilizzazione dei consumi di carne o una leggera flessione, compensata da una maggiore domanda di prodotti lavorati a base di carni.

Questo scenario potrebbe tuttavia subire un'importante cambiamento con gli accordi che Bruxelles si appresta a siglare con i paesi del Mercosur, sigla che comprende Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela.
In base a questo accordo le importazioni di carni bovine provenienti dai paesi del Mercosur potrebbero aumentare di 99mila tonnellate.

Già oggi 246mila tonnellate di carni bovine, i tre quarti di tutte le importazioni comunitarie, proviene da questi paesi e un ulteriore aumento è visto con grande preoccupazione. "Abbiamo bisogno di accordi equi ed equilibrati – ha affermato Jean-Pierre Fleury, presidente del gruppo carni bovine del Copa-Cogeca – che garantiscano che il nostro mercato non venga invaso da un'offerta eccedentaria".
 

Allarme del Copa-Cogeca

Bisogna poi tener conto delle conseguenze della Brexit, che potrebbero pesare sul delicato equilibrio del mercato delle carni bovine.

Oggi il 52% delle carni bovine irlandesi è destinato al mercato britannico. Che accadrà domani?
Dal Copa-Cogeca, in rappresentanza degli agricoltori europei, è partito un accorato appello affinché questi negoziati tengano conto di tutti i fattori che potrebbero creare scompensi sul mercato delle carni bovine.

Preoccupazioni infine sul fronte della qualità sono quelle espresse in Italia da Coldiretti. La carne proveniente dai paesi del Mercosur non rispetta infatti gli stessi standard produttivi e di tracciabilità in vigore in Italia e nella Ue.
 

La carne come il riso

Insieme all'azzeramento dei dazi, queste condizioni realizzerebbero una concorrenza sleale le cui conseguenze sui mercati sarebbero insopportabili per i nostri produttori.

E' già accaduto con il riso proveniente dai paesi asiatici e ora si vuole replicare con la carne.