La flessione del 36% del prezzo dell'agnello a peso vivo è un ulteriore colpo per l'economia pastorale sarda al termine di un anno pessimo, contrassegnato dal prezzo del latte ovino ai minimi storici (50-60 centesimi al litro), e con avversità meteo come la nevicata straordinaria a gennaio 2017 e la siccità della primavera-estate. Eventi negativi rispetto ai quali, Regione Sardegna ha fino ad ora erogato oltre 19 milioni di euro di aiuti ai pastori. Ma la vendita degli agnelli rappresenta per i pastori la prima entrata della nuova annata agraria che arriva dopo l'estate e l'autunno quanto le pecore sono in asciutta e quindi per le aziende ci sono solo delle spese per il sostentamento del bestiame e la preparazione della nuova annata. Ed era particolarmente attesa quest'anno visto il lievitare dei costi di gestione per l'assenza di pascoli dalla primavera, che si protrae fino ad oggi perché la ripresa delle piogge dopo mesi è coincisa con le gelate, e che ha costretto i pastori a sostituire l'erba con mangime e fieno pagato a peso d'oro a causa della penuria.
"Un bel regalo di fine anno per i pastori stremati da una stagione in cui al crollo del prezzo del latte, che abbiamo più volte denunciato – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – si sono aggiunte diverse calamità naturali che hanno dimezzato le entrate e più che raddoppiato i costi di gestione. Anche le pecore stanno cominciando l'annata non in ottime condizioni, perché sono venuti a mancare i pascoli ed i pastori con le tasche vuote non hanno potuto surrogare adeguatamente con mangimi e foraggio. Per questo, oltre alla produzione di meno latte, nelle prime due settimane di dicembre calato del 20% rispetto allo stesso periodo del 2016, anche gli agnelli sono più piccoli e necessitano di più tempo per crescere".
"Dopo i prezzi bassissimi dello scorso anno quest'anno il costo dell'agnello sembrava in ripresa – spiega Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna e del Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna Igp – ed invece è arrivato l'improvviso crollo, di ben 1,70 euro in pochi giorni: dai 4,70 euro/Kg a 3 euro prima di Natale. E con la ripresa delle macellazioni dopo Natale sta continuando anche a scendere. Un crollo difficile da capire e interpretare che merita di essere analizzato in modo trasparente e con dati alla mano. Serve un accordo di filiera partendo dal presupposto che senza i pastori verranno a mancare anche i macelli".
L'appello di Coldiretti per una nuova filiera della carne ovina
L'appello di Coldiretti Sardegna è duplice. Ai macellatori innanzitutto: "E' fondamentale il loro impegno per la tutela e la valorizzazione di una della nostre migliori eccellenze, un simbolo dell'agroalimentare sardo che ci contraddistingue. Chiediamo – dicono – che mettano in campo tutto l'impegno e gli strumenti per non svalutarlo ma anzi difendere l'agnello sardo che si fregia del marchio Igp".E ai consumatori l'organizzazione dice: "E' importante l'impegno ed il contributo di tutti, dal campo alla tavola. L'invito è al consumo di agnello sardo e non solo a Natale, stando sempre attenti all'etichetta. In questo modo non solo si aiutano i pastori sardi ma anche il nostro territorio oltre che la propria salute essendo un prodotto che si nutre dal solo latte materno di pecore allevate al pascolo".