L'inutile allarme dell'Oms sulla presunta cancerogenicità della carne è solo uno degli ultimi episodi. Prima c'era stata l'influenza aviare e poi quella suina, per non parlare della psicosi da Bse. Oggi le inchieste sul mancato rispetto del benessere animale.

Sono solo alcuni degli esempi di eccessi allarmistici cavalcati da molti media, con danni enormi agli imprenditori zootecnici. Una “cattiva” informazione che ancora oggi si incontra con frequenza anche quando si parla di diete e stili alimentari.

Dal presidente dei giovani agricoltori di Confagricoltura (Anga), Raffaele Maiorano, arriva l'invito ad una nuova alleanza fra produttori e media per una buona “buona” informazione. Sua la lettera aperta su questo tema pubblicata di seguito.

 

A.G.


La “lettera”

Buona e cattiva informazione. Fare di tutt’erba un fascio e rischiare di colpire, con il pretesto del benessere animale, una intera categoria come quella degli allevatori, peraltro già in crisi, è molto grave. Ancora più grave nei casi in cui venga fatto anche con risvolti di lucro. Agli agricoltori che si sforzano, anche lottando ‘contro i mulini a vento’, per fare un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale sociale ed economico, gli attacchi inutili fanno male e creano danni. Partire da realtà – per fortuna pochissime – che non praticano il benessere animale e allargare il perimetro ad un intero settore è cattiva informazione. Per non parlare poi dei requisiti di scientificità e competenza di chi interviene o è chiamato ad intervenire nell’ambito di dibattiti così delicati, che richiedono conoscenze diffuse ed approfondite.

Apriamolo una volta per tutte questo vaso di Pandora! Il
benessere animale è fondamentale anche per gli allevatori, così come la qualità e la salubrità dei prodotti. L’agricoltura italiana è un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, che crea veri e propri capolavori.
Non voglio entrare nelle ragioni degli onnivori, dei vegetariani e dei vegani perché la mia libertà finisce quando inizia quella di un altro e così dovrebbe essere per tutti. Voglio però soffermarmi sulla
qualità e la salubrità delle nostre produzioni: è quello a cui tendiamo nel nostro lavoro. Ho recentemente segnalato ironicamente ad una giornalista l’altra campana, ovvero quanto sostenuto dal professore australiano Mike Archer, che ha dimostrato come la produzione di molti vegetali consumati uccida un numero di animali (tra lepri, conigli topi e insetti) 25 volte superiore a quella della carne, generando anche maggiori danni ambientali. Certo c’è animale ed animale… Andrebbe forse fatta una classifica di chi va eliminato e chi no?
Oppure, per limitare i danni all’ozono si potrebbero dotare i ruminanti di marmitta catalitica, come proposto da un senatore Usa qualche anno fa? Vorrei che
ritornassimo con i piedi per terra e pensassimo anche al benessere umano, che è e resta prioritario.

Bisognerebbe
usare senso critico unito al buon senso e farlo sempre, altrimenti viene da pensare al proverbio cinese: quando il dito indica la luna l’imbecille guarda il dito. Il sistema dei media lo penso e lo vedo al nostro fianco, in una corretta opera d’informazione e sensibilizzazione, nell’ottica di obiettivi comuni: il rispetto delle regole e la garanzia di qualità dei prodotti, che è qualità di vita. Uniti, dunque, contro chi queste regole le viola, a danno di tutte le categorie coinvolte, dagli imprenditori ai consumatori.

Da noi giovani devono venire proposte, che siano sogni e si sostanzino in azioni concrete. Proprio per questo mi piacerebbe vederci tutti uniti in
un vero e proprio “patto” con i media per fare informazione sull’agricoltura, costruita a partire dai fatti, con senso critico e fonti verificabili, senza sentenze e con ragionamenti, anche critici, ma costruttivi alla base. Così puniremo i pochi “furbi” e promuoveremo le nostre eccellenze. Possiamo lavorare insieme per fare buona informazione, metterla sul piatto. E servirla quotidianamente.


Raffaele Maiorano
Presidente Giovani Confagricoltura