In particolare, sarebbero favorevoli alla predisposizione di una Ocm latte per l'internazionalizzazione nei Paesi terzi il 43,8% degli interessati, seguiti dal 39,6% di quanti chiedono all'Ue di pianificare una riduzione della produzione basata sul reale autoapprovvigionamento.
Questo significherebbe che a ridurre maggiormente la produzione lattiera sarebbero le aree del Nord Europa, le Repubbliche Baltiche e Paesi come l'Irlanda, tutti ampiamente alle prese con un surplus rispetto alle necessità interne.
L'Italia, la cui produzione si colloca al di sotto del 75% del fabbisogno interno, non sarebbe costretta a diminuire le consegne di latte, così come quasi tutto il Sud Europa, essenzialmente deficitario.
Il 22,9% delle risposte è in linea con quanto disposto dalla Commissione europea, cioè di un piano di riduzione volontaria, ai sensi dell'articolo 222 del Trattato sul funzionamento dell'Ue fra tutti i Paesi comunitari.
Spostando l'attenzione sulle richieste degli allevatori al Governo, le risposte al sondaggio si schierano per il rafforzamento della promozione delle Dop casearie (58,3%), per il sostegno all'export nei Paesi terzi (47,9%), per definire incentivi all'innovazione (27,1%) e per rafforzare le organizzazioni di produttori (20,8%).
La produzione di formaggi Dop, in particolare, costituisce un valore aggiunto notevole per il latte italiano ed assicura una tipicità particolarmente apprezzata sui mercati domestico ed internazionale.
Da ricordare che le richieste degli allevatori sono arrivate a seguito del Pacchetto latte anticrisi adottato da Bruxelles, con la dote complessiva di 500 milioni di euro, dei quali 350 nella disponibilità degli Stati membri (l'Italia riceverà 20,9 milioni) e 150 a sostegno della riduzione volontaria delle consegne di latte.