Giugno si è chiuso con l'aumento a 350mila tonnellate dei massimali di intervento pubblico per il latte scremato in polvere. In precedenza ci si fermava a 218mila tonnellate e l'aumento è stato deciso dalla Commissione europea dopo il rapido esaurimento dei quantitativi già ammessi.
All'intervento sono andate quasi 300mila tonnellate, delle quali 218mila a prezzo fisso e altre 78mila attraverso gara pubblica. L'aumento dei quantitativi ammessi riporta il meccanismo di intervento al sistema dei prezzi fissi, con un massimale legato al prezzo di intervento, pari a 169,8 euro per quintale di latte.

Cresce il prezzo in Italia
I Paesi che più hanno fatto ricorso all'intervento pubblico sono la Germania (58mila tonnellate), la Francia (54mila tonnellate), il Belgio (46mila tonnellate), la Polonia (34mila tonnellate). Seguono altri Paesi con modeste quantità, mentre l'Italia, che non ha latte in eccedenza, ma semmai il contrario, è assente da questo elenco.
Il latte avviato all'ammasso ha consentito un lieve recupero dei prezzi, che in Italia ha raggiunto per il latte spot una quotazione media di 31,44 euro al quintale, proseguendo così la crescita ininterrotta da fine aprile ad oggi.

Aspettando Bruxelles
Il merito di questo aumento del prezzo non è solo degli ammassi, ma anche della frenata della produzione in alcuni Paesi del Nord Europa. Mentre in Italia siamo ad un più 7% (aprile 2016 rispetto ad aprile 2015), Irlanda fa registrare meno 4,1%, seguita da Regno Unito con meno 3,4%, e infine Francia e Spagna a pari merito (meno 1,1%).
Presto per parlare di un'inversione di tendenza del mercato e il Commissario all'Agricoltura Phil Hogan all'ultimo Consiglio dei ministri agricoli ha dichiarato che si è al lavoro per un nuovo pacchetto di misure a sostegno del settore lattiero caseario. Non resta che aspettare.