"La Fiera del bovino da latte è un punto di riferimento per il comparto e credo che quest'anno sia ancora più importante per riflettere insieme su come risollevare il settore, in difficoltà per il prezzo del latte, per il mercato e per le incognite di un futuro che dovrà essere governato anche nella fase che ci attende, con la fine del regime delle quote latte e che vedrà i produttori lombardi confrontarsi con le stalle di tutta Europa". Lo ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, che ha inaugurato, questa mattina, la 69ª edizione della Fiera internazionale del bovino da latte, in programma fino a sabato nel quartiere fieristico di Cremona. Erano presenti, fra gli altri, il presidente di CremonaFiere Antonio Piva e alcuni dei rappresentanti del mondo agricolo lombardo.

Riflettere sul modello latte
L'assessore Fava, regista poco più di un anno fa dell'accordo sul prezzo del latte fra produttori e industria di trasformazione, ha parlato di una "crisi emblematica", perché "il fatto che le oscillazioni dei prezzi del latte siano legate a fenomeni esogeni, in un contesto regionale che valorizza oltre il 50 per cento del proprio latte attraverso le Dop, induce a riflettere sul modello".

Come affrontare il tema quote
E una delle domande che si pone l'assessore, con la fine delle quote latte, è "come affrontare il futuro, perché va benissimo togliere vincoli alla produzione, ma in qualche modo è necessario individuare delle regole, perché un mercato senza regole diventa selvaggio".

Regole idonee per tutelare i prodotti
Dalla crisi del lattiero-caseario a un altro segmento produttivo lombardo in forte difficoltà: la suinicoltura. "Bisogna che il sistema si interroghi su quale direzione prendere - ha sostenuto l'assessore Fava -, perché, se puntiamo sulle tipicità, sulle produzioni di qualità e poi al ministero delle Politiche agricole è fermo un 'decreto salumi', che consente di chiamare 'prosciutto' qualsiasi tipo di carne cotta, a prescindere dal fatto che sia maiale o no, e soprattutto che sia possibile addizionare prodotti chimici e aromi per migliorare, se necessario, le caratteristiche, siamo fuori strada". "Credo che il Mipaaf farà marcia indietro - ha proseguito -, ma dobbiamo stare molto attenti ad avere regole idonee a tutelare i nostri prodotti".

Pac
Quanto alla Pac che entrerà in vigore dal prossimo gennaio, Fava ha auspicato uno sgravio della burocrazia e maggiore attenzione alla competitività dei sistemi agricoli. "Le risorse destinate agli agricoltori sul Primo pilastro - ha ricordato l'assessore - per una trattativa italiana inspiegabile, saranno sensibilmente inferiori rispetto al passato, solo parzialmente compensati dai 113 milioni di euro in più che la Lombardia è riuscita a ottenere sul Secondo pilastro dello sviluppo rurale".