"Se è vero che per tamponare alcune situazioni di difficoltà 500 milioni di euro verranno pescati dalla fiscalità rurale, a quel punto credo che ci sarà in gioco il futuro dell'agricoltura. Non possiamo più attendere nell'incertezza, perché il mercato ci sta divorando". Lo ha detto l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ieri sera alla Fiera Millenaria di Gonzaga (Mantova) fra i relatori alla cena-convegno di Confagricoltura Mantova sul tema della sostenibilità.

Al sottosegretario all'Ambiente, Barbara Degani, presente all'evento, l'assessore Fava ha chiesto di portare un messaggio al ministro Galletti. "Sulla Direttiva nitrati attendevamo risposte che non sono ancora arrivate e che stanno penalizzando una già complicata situazione di equilibrio economico delle imprese agricole - ha affermato -. Anche la Francia si è finalmente accorta che la norma comunitaria va rivista profondamente e aggiornata sulla scorta di ricerche
scientifiche che confermano il ruolo marginale, inferiore al 10 per cento, dell'agricoltura nel bilancio complessivo delle fonti inquinanti
".

Tre sono i nodi da sciogliere, in particolare. "Vanno rimosse le aree vulnerabili ai nitrati - ha elencato Fava - bisogna definire che cos'è il digestato e le sue modalità di gestione e modificare il calendario, perché non sono più tollerabili 90 giorni di stop consecutivo nel periodo invernale, con il cambiamento climatico in corso. Questi aspetti sono di competenza non solo dell'Unione europea, ma anche dello Stato, motivo per cui è urgente, per gli agricoltori del Nord, ottenere risposte, visto che siamo già a settembre e che la stagione invernale si avvicina".

Fava tocca anche gli aspetti legati alla burocrazia. "La prossima Pac appesantirà ancora di più le imprese agricole rispetto all'impianto precedente - ha osservato -, senza dimenticare che il passaggio a livello statale si traduce molto spesso in un ulteriore aggravio". Ai sindacati agricoli l'assessore lombardo chiede maggiore coesione: "In fin dei conti rappresentate tutti gli agricoltori, bisogna che troviate maggiori intese con le altre rappresentanze, perché altrimenti si complicano tutte le operazioni e si dilatano i tempi di decisione e le condizioni economiche anche dell'agricoltura non lo consentono più".