Ancora una volta non dovremo fare i conti con le multe latte. Sempre che la produzione della campagna in corso, che si concluderà il prossimo 31 marzo, mantenga il trend dei primi mesi di quest'anno. I numeri resi noti in questi giorni sulla produzione da aprile a luglio dicono infatti che dalle stalle italiane è uscito meno latte, solo 3,66 milioni di tonnellate, quasi il 3% in meno rispetto allo scorso anno. Se anche nei prossimi mesi la flessione sarà confermata, le proiezioni sulla produzione di latte dicono che ci fermeremo a poco più di 10,5 milioni di tonnellate, assai al di sotto del limite di 10,88 milioni di tonnellate che ci impone la Ue. Anche nel caso che la produzione segua gli stessi ritmi della campagna trascorsa, dovremmo fermarci a 10,7 milioni di tonnellate, anche in questo caso in “zona” esente da multe.
Cartina al tornasole
Si può essere soddisfatti per il mancato pericolo, per il momento, di nuove multe, ma la flessione della produzione di latte nel primo quadrimestre della campagna in corso la dice lunga sulle difficoltà che gli allevamenti stanno vivendo. Gli accordi sul prezzo del latte in Lombardia, che fissano a 42 centesimi il prezzo del latte alla stalla, non coprono i costi di produzione mentre il latte spot viaggia sopra i 50 centesimi al litro. Una situazione che impone un ripensamento degli stessi accordi, tant'è che per il 23 ottobre è fissata la convocazione presso il Mipaaf del tavolo della filiera latte. Sarà l'occasione per valutare la situazione di mercato e per fare proposte che escano dalla sterile polemica che ha visto contrapposte in queste settimane le organizzazioni agricole. Si vedrà dunque se quegli accordi potranno essere rivisti al rialzo, nello stesso interesse delle industrie lattiere, che del latte italiano hanno comunque bisogno. E si potranno poi mettere a punto gli strumenti che il “pacchetto latte” ha messo a disposizione del settore latte, anche in vista della prossima abolizione delle quote.
Lo scenario
Ma non facciamoci troppe illusioni. Ottenere per il latte un prezzo più alto è possibile se non ci saranno improvvisi e per il momento improbabili mutamenti nello scenario mondiale. Ma ci vorrà del tempo. Intanto le stalle dovranno continuare a “tirare la cinghia” e quando avremo i dati sulla produzione del latte dell'ultima parte del 2013, saremo di fronte ad una conferma della flessione produttiva. Certo, lo spettro delle multe si allontanerà ulteriormente, ma a costo di quali sacrifici per gli allevamenti? Vien quasi da pensare che una stagione di nuove multe sarebbe preferibile. Quantomeno potrebbe essere interpretato come un segnale del buon stato di salute della nostra zootecnia. Ma così non è.