Sono stati 33mila gli ettari destinati alla produzione delle sementi ortive e aromatiche nel 2020, a conferma della posizione di leader che l'Italia storicamente occupa in questo settore. È quanto emerge dall'indagine condotta da Assosementi, l'associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane.
Rispetto al 2019, l'incremento delle superfici destinate alle ortive è stato dell'8%. Si tratta di un trend estremamente positivo se si tiene conto del momento difficile che stanno vivendo tutte le produzioni mondiali. A livello di singola coltura, le migliori performance si registrano per il ravanello in cui si osserva un incremento di oltre il 50% rispetto al 2019. Un netto aumento si osserva anche per mostarda e senape.
Se si considerano anche le specie aromatiche, la crescita è stata di circa il 45% trainata dalla performance del coriandolo, il quale ha raddoppiato le proprie superfici arrivando a 19.400 ettari.
A livello di distribuzione territoriale, la prima regione resta l'Emilia Romagna con 10.700 ettari, seguita da Puglia con 8.600 e Marche con 5.500 ettari.
"Il comparto della moltiplicazione di sementi da orto è il fiore all'occhiello del settore sementiero italiano ed è apprezzato anche all'estero, da dove arriva una parte significativa della domanda - ha dichiarato Roberto Morelato, presidente della Sezione Orto di Assosementi -. Alla base di questo successo vi sono due elementi principali: la vocazione di molti areali italiani a questo tipo di produzione che, nella dorsale adriatica, dall'Emilia Romagna alla Puglia, trova la sua massima espressione, e l'elevato know how delle ditte sementiere, sviluppato nel corso di una lunga tradizione, che permette di svolgere in modo ottimale questa attività".
"A questi elementi va aggiunta anche l'attenzione delle istituzioni, che con provvedimenti normativi territoriali e progetti specifici favoriscono la creazione di ‘distretti produttivi' e generano le condizioni alle quali le aziende del settore possono distinguersi e competere nel contesto globale" ha concluso Morelato.
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Fonte: Assosementi