In Italia il contoterzismo svolto da operatori professionali è in crescita. Dopo i dati emersi dall'ultimo Censimento dell'agricoltura, lo conferma anche l’Annuario dell'agricoltura italiana 2021 realizzato dal Crea.

 

"Lo studio del Crea e i dati dell'ultimo censimento Istat dimostrano come il contoterzismo svolto da imprese terze sia oggi la forma più diffusa" commenta Aproniano Tassinari, presidente Uncai.

 

Il contoterzismo un pilastro dell’agricoltura italiana

¢In sintesi, il contoterzismo può essere diviso in:

  • attivo, dove i servizi sono forniti da un'azienda agricola a favore di altre tramite l’utilizzo di mezzi di proprietà;
  • passivo, svolto da imprese terze agromeccaniche per conto di aziende agricole.

Quest’ultima forma è quella attualmente più diffusa a livello nazionale come emerge dall’ultimo Censimento dell’agricoltura per il quale quasi il 28% delle aziende agricole si avvale di servizi in contoterzi. Secondo le associazioni di categoria, nel 2021 il volume d’affari di queste attività è aumentato a livello nazionale, segnando un +6% di fatturato rispetto al 2020.

 

Mentre le aziende che esercitano contoterzismo attivo - il 14,5% delle aziende con attività connesse e solo l’1% di tutte le aziende agricole italiane - sono numericamente in riduzione (-52% rispetto al 2010), ma ne aumenta il valore generato (+3,3%). Questa forma di contoterzismo genera, infatti, circa il 46% dell’intero valore dei servizi agricoli, pari al 12% della produzione agricola nazionale. 

 

Infografica sul contoterzismo attivo e passivo in Italia

Infografica sul contoterzismo attivo e passivo in Italia
(Fonte foto: AgroNotizie)
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Un'attività a supporto delle aziende agricole

In termini di superfici, si legge nello studio, sono circa 1,2 milioni gli ettari dati in affidamento completo a imprese contoterzi: quasi il 10% della Sau. Mentre, per quanto riguarda la superficie in affidamento parziale sono in particolare le operazioni di raccolta (17%) ad essere richieste alle imprese agrotecniche, seguite da semina (6%), aratura (5%), altre lavorazioni (5%) e fertilizzazione (3%).

 

In altri termini, il contoterzismo svolge un ruolo di supporto per le aziende agricole più strutturate e di fondamentale aiuto per le piccole aziende che non possiedono mezzi adeguati. In entrambi i casi, contribuisce a innovare e modernizzare i sistemi di gestione agricola rendendoli più sostenibili in termini economici, ambientali e sociali.

 

Superfici agricole lavorate da contoterzisti divise per area geografica e per tipologia di operazione

Superfici agricole lavorate da contoterzisti divise per area geografica e per tipologia di operazione
(Fonte foto: Crea)
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Prossimo obiettivo: l'albo nazionale dei contoterzisti

"Nell'ultima Finanziaria sono presenti alcune misure strategiche per il sostegno alle attività agromeccaniche, come il credito d’imposta per l’acquisto del carburante, il fondo da 225 milioni a disposizione di progetti di innovazione e digitalizzazione e la riduzione degli oneri a carico dei convogli agricoli" spiega Tassinari.

 

L'Annuario del Crea riporta che nel 2021 sono aumentati gli investimenti in beni strumentali da parte dei contoterzisti (+40%). Tuttavia, secondo gli agromeccanici, l’attenzione delle istituzioni per i contoterzisti non deve limitarsi solo alla riduzione dei costi, serve un albo professionale nazionale che includa tutte le imprese contoterzi.

 

"Dopo la Lombardia e l’Emilia-Romagna, anche il Veneto si è dotata di un albo regionale. Contiamo con il ministro Francesco Lollobrigida di riprendere l’iter della legge nazionale presentata da Uncai nel corso della passata legislatura" conclude Tassinari.