Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio italiana in Germania, rappresentata dal vicepresidente della Ccie di Francoforte, Rodolfo Dolce, il fascino del tricolore in Germania è molto sentito e il 40% dei consumatori tedeschi predilige i prodotti italiani. Girando però tra gli scaffali dei supermercati capita spessissimo di vedere prodotti che di italiano non hanno niente, se non un nome o colori evocativi.
Pasta, sughi, pizza, caffè dai nomi di fantasia, Baresa, La luce, Riggano, Tizio, Bellarom, che spesso e volentieri riportano sulle confezioni il tricolore. Il fenomeno, denominato "italian sounding", colpisce i nostri prodotti più rappresentativi, in particolare nel comparto agroalimentare, ma anche in altri settori, come la moda e il design.
In Germania questo costituisce un illecito civile: un raggiro per il consumatore tedesco e una concorrenza sleale per il produttore italiano. E le cose non funzionano come in Italia, dove si deve ricorrere ad un’Autorità pubblica per denunciare il fatto. Il diritto tedesco concede la possibilità di intervenire contro l’illecito solo a una determinata categoria di associazioni (Camere di Commercio, associazioni di consumatori o private che rappresentino un numero rilevante di imprenditori). Per questo le Camere di Commercio italiane in Germania hanno deciso di dare vita all’associazione “Italian Sounding”, trovando il sostegno di Confagricoltura e di altre organizzazioni che operano nel comparto agroalimentare.
“Un’iniziativa concreta per combattere un fenomeno dilagante – ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Giandomenico Consalvo, che è stato eletto presidente dell’Associazione, insieme alla vicepresidente della Ccie di Monaco di Baviera Barbara Rizzato – che ha visto la collaborazione tra diverse entità per favorire un Sistema Italia che funzioni e che sia in grado di cogliere le enormi potenzialità che ha.”
All’incontro ha portato il saluto della Confagricoltura il direttore generale Luigi Mastrobuono, che ha ricordato che “l’italian sounding è anche un segnale delle grandi opportunità del nostro agroalimentare, e non solo. L’associazione è uno strumento semplice, facilmente accessibile, che sarà molto utile per i piccoli produttori, che non hanno la possibilità e i capitali necessari per registrare e difendere i loro marchi”.
Presenti anche il presidente della Ccie di Francoforte Emanuele Gatti, il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, Giovanni de Sanctis del ministero dello Sviluppo economico, Laura Garavini, parlamentare Pd eletta nella Circoscrizione estero Europa.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Confagricoltura