E’ quanto emerge dal Dossier di Coldiretti con Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison. Dentro questo made in Italy di successo, un settore in particolare ha dato prova di vitalità e tenuta, dimostrando di essere un comparto trainante per tutta la nostra economia: l’agroalimentare.
Dal 2009 il valore aggiunto a prezzi correnti dell’intera economia è risultato pressoché stagnante (+2,2%), quello agroalimentare ha invece registrato un +10,6% - di cui agricoltura +14,2% e trasformazione alimentare +6,8%. La filiera food è quella che meglio ha risposto alle avversità della crisi anche in termini di competitività: nel 2013 la quota di mercato del settore non solo non ha ceduto quote, ma ha fatto registrare addirittura una lieve crescita, passando dal 2,8% al 2,9%. Grazie anche a primati assoluti come, ad esempio, il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario. Siamo, infatti, il Paese più forte al mondo per prodotti ‘distintivi’, con 264 prodotti Dop e Igp e 4.698 specialità tradizionali regionali, seguiti a distanza da Francia, 207, e Spagna, 162.
Nel settore vino inoltre l’Italia conta su ben 332 Doc, 73 Docg e 118 Igt. E poi c’è il biologico: siamo i primi in Europa per numero di imprese, tra i primi al mondo per superficie e tasso di crescita. Dipende anche da questo se in ben 77 prodotti, sul totale dei 704 in cui viene disaggregato il commercio agroalimentare mondiale, il nostro Paese detiene il primo, secondo o terzo posto per quote di mercato. Anche in termini di surplus commerciale con l’estero siamo sul podio in 70 differenti tipologie alimentari.
Sono alcuni dei dati più significativi del dossier 10 verità sulla competitività italiana – Focus agricoltura realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison per Coldiretti. Un documento che è una risposta a tanti luoghi comuni che “non rendono giustizia al nostro Paese e rischiano di distogliere l’attenzione dai suoi reali problemi”.
L’Italia, spiegano gli estensori del rapporto, è certamente in crisi, vive, più di altri Paesi, un momento di grande incertezza appesantito dai suoi problemi antichi - il debito pubblico, le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace. Ma non è un paese senza futuro. “A patto che riparta da ciò che nel mondo ci rende ‘eccellenza’: la bellezza, il genio, la creatività ancorati ai territori. E la qualità, che da quella bellezza e creatività trae ispirazione e forza: qualità che nel mondo è uno dei sinonimi di Italia, e trova riconoscimento nella forza del made in Italy”.
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Fonte: Coldiretti