Un microclima speciale, una zona di produzione compresa fra i 500 e i 1000 metri, tecniche di produzione integrata e biologica; la Val Venosta è un'area vocata per la melicoltura. Ne abbiamo parlato durante il 30imo Macfrut con Michael Grasser, responsabile marketing Vi.P., che ci ha spiegato i tanti fattori che contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare delle produzioni tipiche del territorio in cui ha sede l'associazione delle cooperative ortofrutticole.

Innanzitutto Grasser ricorda la certificazione Epd (Environmental Product Declaration); la sostenibilità delle produzioni viene monitorata costantemente in base a parametri che consentono di individuare gli ambiti di miglioramento continuo.
Inoltre, l'energia consumata per lavorazione e stoccaggio viene ridotta grazie agli impianti fotovoltaici con cui sono state attrezzate tutte le cooperative; con essi sono prodotti circa 7,8 milioni di kW/h annui.
"La rintracciabilità è essenziale per la sicurezza del nostro prodotto" sottolinea poi Grasser durante l'intervista "appena un lotto di mele entra in una cooperativa riceve un codice identificativo che viene mantenuto lungo tutta la filiera fino alla confezione che lascia lo stabilimento ed arriva sugli scaffali. Si può così risalire al produttore e al singolo meleto da cui deriva il prodotto."
Per raccogliere i dati e garantire la rintracciabilità, l'obiettivo di medio/lungo termine è quello di "dotare il 100% degli agricoltori di un quaderno di campagna digitale".