"L'agroalimentare è un punto di forza del nostro paese e ha un posizionamento solido nonostante prodotti 'italian sounding'". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti partecipando all'inaugurazione del nuovo stabilimento Barilla a Rubbiano di Solignano, a pochi chilometri da Parma.
Monti ha ricordato come negli ultimi anni l'export italiano di prodotti agroalimentari abbia aumentato la quota di mercato con ''risultati estremamente significativi'', soprattutto verso 'Cina, Giappone, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna.
Nonostante la crisi, "ci sono esempi edificanti di imprese che hanno tracciato la strada", ha concluso Monti riferendosi a Barilla.

Lo stabilimento, che a regime darà lavoro a 120 persone, produce 35.000 tonnellate di sughi all’anno e ha un potenziale di sviluppo sino a 60.000 tonnellate. Circa l’80% dell’indotto dello stabilimento è italiano, come lo sono la maggior parte delle materie prime utilizzate. Tra queste, il pomodoro e il basilico - ingredienti principali - sono al 100% italiani, cresciuti nei campi a pochi chilometri da Rubbiano.
“Il nuovo stabilimento è la dimostrazione che è possibile investire sulla qualità in Italia con un’ottica internazionale” ha detto Guido Barilla, presidente del Gruppo. “Se da un lato gli ingredienti, la ricetta, la tecnologia e il “Saper-Fare” sono italiani, l’obiettivo è di crescere sui mercati esteri e portare in tutto il mondo il gusto dell’autentica cucina italiana".
In linea con l'impegno di Barilla per la sostenibilità ambientale, il sito produrrà il 32% in meno di CO2 e consumerà il 47% in meno di risorse idriche rispetto ad impianti analoghi. “Rubbiano è un modello all'avanguardia di design, tecnologia e sicurezza. Siamo molto fieri di questo risultato e oggi vogliamo ringraziare tutte le persone, i collaboratori Barilla e i partner esterni che hanno reso possibile tutto questo" ha concluso il presidente Barilla.




Il presidente Mario Monti e Guido Barilla in visita allo stabilimento (Foto Barilla)

"L’italian sounding scippa al nostro paese 50 miliardi, con due prodotti alimentari su tre venduti all’estero che di italiano hanno soltanto il nome"  afferma Coldiretti nel commentare le dichiarazioni di Monti. La "pirateria agroalimentare" nel mondo, come ricorda Coldiretti, utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale.
I Paesi dove sono più diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e il Nord America ma a preoccupare sono anche i paesi emergenti come la Cina dove il falso made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita.


“Un bell’esempio di quale strada intraprendere per lo sviluppo e la crescita del Paese”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi. “Con la nascita del nuovo stabilimento – ha detto Guidi - apprezzabile anche per essere stato costruito in base ai criteri più all’avanguardia di sostenibilità ambientale, si rafforza il comparto dell’agroalimentare che rappresenta il 16% del Pil del nostro Paese e quasi il 10% delle esportazioni. E si aggiunge valore all’agricoltura italiana, che già fornisce il 70% dei suoi prodotti all’industria”.