La crisi ha provocato in Italia la chiusura, in un solo anno, di 26mila imprese condotte da giovani under 35 anni in tutti i settori produttivi.

"Una strage", la definisce Coldiretti, che ha presentato l'analisi al Festival nazionale di Campagna Amica, tenutosi a Roma dal 27 al 30 settembre.

"Sono quasi 697mila le imprese under 35 che hanno resistito alle difficoltà economiche, la maggioranza delle quali - sottolinea la Coldiretti - opera nel commercio e nei servizi di alloggio e ristorazione (251mila), nel manifatturiero e nelle costruzioni (182mila) e nell'agricoltura (62mila)" (elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere relativi al primo gennaio 2012).
L'agricoltura si colloca dunque sul podio delle attività di impresa preferite dai giovani e mostra anche - precisa la Coldiretti - un segnale incoraggiante di inversione di tendenza con un aumento del 4,3% nel numero di imprese individuali nel secondo trimestre del 2012. Una ripresa che non si era mai verificata prima e che conferma le caratteristiche anticicliche di un settore che è tornato ad attrarre i giovani.

Dall'indagine Coldiretti/Swg svolta su giovani agricoltori con meno di 30 anni di età emerge che il 36,5% ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56% media (scuole superiori) e il 6,5% bassa (scuole medie). Un'inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico - rileva Coldiretti - con gli istituti agrari che hanno aumentato dell'11% il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei licei, secondo i dati 2012 del Miur.

Nel ritorno dei giovani alla terra – evidenzia Coldiretti – è stato determinante l'allargamento dei confini dell'attività agricola che, grazie alla legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001), ha di fatto aperto nuove opportunità occupazionali: dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, ma anche la fornitura di servizi alla pubblica amministrazione. Un esempio sono i contratti stipulati da molti Comuni agli agricoltori per la cura del verde pubblico. E ancora, fattorie didattiche convenzionate con le scuole, agriasili e agriospizi.
"L'inversione di tendenza è la dimostrazione che il settore agricolo si è rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell'esistente, ma si è impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori - ha commentato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - Sono queste le realtà che aumentano le chance dell'Italia per uscire presto dalla crisi e ci inducono a guardare con più ottimismo al futuro".