E’ destinata a far discutere la proposta dell’europarlamentare Martin Häusling, tesa a vietare l’uso degli antibiotici in medicina veterinaria. Se non si trattasse di un formale atto del Parlamento europeo, per di più di un rappresentante della Commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare (Envi), la si potrebbe credere una banale provocazione, fine a se stessa.
Si tratta invece di una proposta concreta sulla quale il Parlamento europeo sarà tenuto a esprimersi e che mostra con tutta evidenza la distorsione e il pregiudizio verso gli allevamenti.
Come se il problema dell’antibiotico resistenza fosse legato esclusivamente all’uso dei farmaci negli animali.
Al contrario il mondo della medicina veterinaria è da tempo impegnato nella riduzione dell’uso degli antibiotici, come dimostrano i dati diffusi da Efsa, riportati anche da AgroNotizie.
 

“One Health”

Non che il tema dell’antibiotico resistenza sia da trascurare, anzi.
Il moltiplicarsi di ceppi batterici sui quali gli antibiotici risultano inefficaci crea un giustificato allarme, destinato ad accentuarsi in assenza di adeguate misure di contenimento.
Per questo si rende indispensabile un uso razionale e mirato degli antimicrobici.
Vale in campo veterinario, ma anche nella medicina dell’uomo, nel solco della filosofia One-Health promossa dalla Oms.
Preoccupante a questo proposito la denuncia della Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), per l'elevato uso improprio delle terapie antibiotiche in campo umano, che si rivelano inappropriate in un caso su quattro.
 

Un divieto dannoso

Serve a poco allora puntare l’attenzione solo al mondo degli animali, dove l’introduzione della ricetta elettronica, del veterinario aziendale, del sistema Classyfarm e dell’Anagrafe zootecnica, consentono di monitorare con precisione l’uso che viene fatto del farmaco veterinario.
Merito anche di queste iniziative se negli ultimi anni l’utilizzo degli antibiotici in campo veterinario si è ridotto in media del 30%, con punte del 70% per alcune specie animali.
Vietare invece gli antibiotici in zootecnia non porterebbe vantaggi significativi nella lotta all’antibiotico resistenza, ma al contrario avrebbe pesanti ripercussioni.
Lo ricorda la Federazione degli ordini veterinari, che in un proprio documento evidenzia come un eventuale divieto comporterebbe sofferenze per gli animali, privati delle necessarie cure.
Aumenterebbero anche patologie e fra queste le zoonosi, con ripercussioni sulla salute pubblica.
 

Proposta da rigettare

Dunque l’utilizzo degli antibiotici non è da vietare, ma va promosso un loro uso corretto e prudente, indispensabile per la salute e il benessere degli animali.
Semmai, come avviene in campo veterinario, sarebbe opportuno tracciare l’uso che di questi farmaci si fa in campo umano, al fine di monitorarne il consumo.
Considerazioni, si spera, che possano giungere alle orecchie degli europarlamentari quando saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta di Martin Häusling.