La prima è avvenuta a metà maggio, il 16 del mese per precisione, in località Valdicastello nel comune di Pietrasanta, in provincia di Lucca.
A segnalarla è stato l'apicoltore Christian Leonardi, che ha ritrovato un esemplare del calabrone asiatico in una trappola da monitoraggio istallata presso un suo apiario, e ha avvertito prontamente i referenti di StopVelutina dell'Università di Firenze e i tecnici dell'associazione Toscana Miele.
Un ritrovamento che per ora è rimasto isolato nella zona. Una zona, quella di Pietrasanta dove già nel 2017 erano stati catturati alcuni esemplari che costituirono il primo ritrovamento in Toscana. Ma anche in quel caso non ci furono altre segnalazioni e non furono rilevati né nidi né popolazioni stabili.
Altri due avvistamenti sono stati fatti nel genovese tra il 28 maggio e il primo giugno. Uno a Campegli nel comune di Castiglione Chiavarese, al confine con Casarza Ligure e l'altro a Cogorno, comune della città metropolitana di Genova.
La provincia di Genova era rimasta ufficialmente l'ultima provincia della Liguria libera da Vespa velutina, fino all'anno scorso, quando furono segnalati degli esemplari a Monleone, Genova Forte Tenaglie e Cogoleto.
Tuttavia la provincia di Genova rimane ancora in una situazione meno grave rispetto alle altre provincie liguri, dove il calabrone asiatico è considerato ormai stabile.
La situazione, quindi, per il momento non è allarmante, ma resta sotto stretto controllo sia nel genovese che in Lucchesia, soprattutto nella zona della Versilia.
E i tecnici di StopVelutina continuano a chiedere a tutti i cittadini e agli apicoltori in particolare di mantenere alta l'attenzione e di segnalare calabroni sospetti.