Salernitano, 49 anni, due passioni coltivate - per la politica e l'equitazione - imprenditore di quarta generazione di "mastro casaro", Raimondo resterà in carica per il prossimo triennio. Cambiano invece i due vicepresidenti, previsti dallo Statuto: sono stati eletti Silvia Mandara per la componente dei trasformatori ed Ettore Bellelli per gli allevatori. Una scelta all'insegna della continuità, che ha l'obiettivo di rafforzare la squadra di governo dell'organismo di tutela e consolidare il lavoro già avviato.
Raimondo ringrazia i consiglieri "Che ancora una volta hanno riposto fiducia in me", ma è soprattutto consapevole della sfida che è chiamato ad affrontare: traghettare nell'era post Covid-19 il mondo della Bufala Dop. Un giro d'affari alla produzione nel 2019 da 400 milioni di euro ed una presenza sul territorio di province come Caserta e Salerno decisiva per la formazione del Pil della Campania, al punto da generare sul territorio un fatturato di distretto pari a 1.218 milioni nel 2018, secondo Svimez: "Siamo pronti tutti insieme ad andare avanti sulla strada del cambiamento per rendere il Consorzio ancora più autorevole, in un momento storico senza precedenti", ha commentato Raimondo.
Il 2020 si avviava ad essere l'anno del decollo della Mozzarella Dop, dopo il superamento della fase di rallentamento legata alla recrudescenza delle zoonosi bufaline in Campania, che ne aveva frenato nel 2018-2019 l'espansione: con una disponibilità di latte non all'altezza della forsennata crescita della domanda di mozzarella Dop sul mercato ed un aumento dei prezzi della materia prima.
La fase di rilancio del comparto era fortissima, al punto che - durante il primo trimestre 2020 - secondo l'analisi della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo sulle performance dei Distretti del Mezzogiorno, l'export del comparto Mozzarella di bufala campana Dop era riuscito a registrare un lusinghiero +19,4%, supportato dalla crescita soprattutto di Francia e Regno Unito, rispettivamente primo e terzo mercato di sbocco. Un dato fondamentale, atteso che la mozzarella cresce ormai solo sui mercati esteri e quell'incremento c'è nonostante il periodo considerato comprenda il primo mese di lockdown.
Non a caso oggi Raimondo afferma: "Abbiamo vissuto anni di straordinaria crescita, interrotta però dall'emergenza coronavirus, a cui il comparto ha risposto con compattezza, tenendo unita la filiera".
In effetti, se ancora in primavera il comparto appariva in ginocchio, i numeri più recenti della produzione parlano chiaramente di un notevole rimbalzo. A fine agosto del 2020 gli allevamenti di bufale certificati per la Dop risultano aver ceduto dall'inizio dell'anno 188.830 tonnellate di latte ai caseifici: +1,2% su base annua rispetto al 2019 secondo l'elaborazione del Clal su dati del Consorzio di tutela. Mentre la Mozzarella Dop prodotta ed immessa sul mercato è stata pari a 35.636 tonnellate, l'1,6% in più rispetto al 2019, un dato che, se fosse mantenuto fino a fine anno, risulterebbe uguale al tasso di crescita del 2019 su 2018. Ma il punto è che il 2020 avrebbe potuto essere - senza crisi da Covid-19 - l'anno del definitivo decollo della filiera.
"Nonostante le difficoltà, c'è tanta voglia di Mozzarella di bufala Dop in tutto il mondo - sottolinea ancora Raimondo che rimarca - "Dobbiamo affrontare con una attenzione sempre crescente le sfide dell'innovazione, della sostenibilità e della qualità, innanzitutto intercettando le nuove esigenze dei consumatori emerse dal Covid-19 e che ci spingono a chiedere a gran voce meno burocrazia e più rapidità nelle scelte. Così vogliamo giocare sempre più un ruolo da protagonista nel panorama delle eccellenze italiane".
Il presidente Raimondo vede la luce in fondo al tunnel della pandemia sottolineando: "Questa è la strada da seguire per continuare ad avere successo in un mondo completamente cambiato. Non sarà facile. Ma abbiamo già dimostrato una immediata capacità di reazione e tutti hanno espresso apprezzamenti per la nostra resilienza. Per questo dobbiamo farci trovare pronti alle sfide del prossimo futuro. Un futuro oggi imprevedibile. Ma questa filiera ha in sé gli anticorpi giusti per rinnovarsi ancora una volta".