I magazzini comunitari per lo stoccaggio del latte in polvere hanno le scorte al minimo.
Come approfondito da AgroNotizie, anche le ultime partite ritirate dal mercato per arginare la crisi del 2014 sono state vendute.

Nel frattempo la produzione australiana di latte è in flessione a causa delle avverse condizioni climatiche, mentre la domanda di latte in polvere continua a mantenersi elevata e i prezzi salgono.
Tutte condizioni che contribuiscono a mantenere alta l'attenzione sul mercato del latte e anche il latte spot, quello venduto fuori contratto, ha interrotto la discesa iniziata nei primi giorni dell'anno.

Le quotazioni sulla piazza di Lodi, piazza di riferimento per questo mercato, tornano a segnare spunti al rialzo, sebbene modesti.
Il 4 febbraio il prezzo ha toccato i 43 euro al quintale, un modesto più 0,3% rispetto alla settimana precedente, ma un importante più 34,4% rispetto a un anno fa, come riportato da Assolatte.
Tengono anche le quotazioni del latte spot di provenienza francese (36,25 euro) e tedesca (38,00), che restano assai più elevate rispetto a un anno fa (rispettivamente +57,6% e 50,5%).
 

Il prezzo del latte spot in Italia negli ultimi tre anni
(fonte: Assolatte)


I prezzi nella Ue

Prezzi in ripresa si riscontrano poi sul mercato europeo.
Le analisi della Commissione europea sull'evoluzione del prezzo del latte a novembre evidenzia ancora una volta una crescita delle quotazioni medie, sebbene in misura più contenuta.

Il prezzo medio europeo si ferma a 36,1 euro al quintale con una crescita dello 0,7% rispetto al mese precedente.
La crescita rallenta, ma è significativo che a riprendere quota siano tutte le produzioni lattiero casearie, dal burro al cheddar, prodotti che il mese precedente segnavano numeri in ribasso.
 
 

Mercato mondiale

Uno scenario analogo si presenta sul mercato mondiale, dove tutti i prodotti lattiero caseari segnano a fine gennaio prezzi in aumento.

Significativo l'aumento del prezzo del latte in polvere in Oceania, che ha trascinato verso l'alto anche le quotazioni statunitensi.
A favorire questa impennata la caduta delle produzioni di latte in Australia, delle quali si è fatto cenno all'inizio.
 


Energia e dollaro

Del rapporto fra prezzo del petrolio e quello del latte si è parlato più volte.
Le connessioni fra questi due prodotti, solo apparentemente distanti, è stretto e il movimento è sovente analogo, nel senso che la crescita dell'uno si accompagna alla crescita dell'altro.

E' utile allora uno sguardo all'andamento dei prezzi dell'energia, come pure al rapporto di cambio fra euro e dollaro, moneta quest'ultima utilizzata negli scambi a livello mondiale.
 


Produzione nella Ue...

Infine un'occhiata all'andamento della produzione nei paesi europei, con il proseguire della frenata produttiva, scesa ulteriormente in novembre e ora ferma ad un modesto più 1% nel periodo gennaio-novembre 2018 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Significativa per contro la caduta nella produzione di latte in polvere scremato (-1,9%) e intero (-5,1%).
 


..e nel mondo

Il quadro non sarebbe completo senza un'occhiata a quanto accade nei paesi maggiori produttori di latte.
I grafici che seguono evidenziano la forte flessione della produzione di latte in Australia, oggi inferiore a quella degli ultimi quattro anni.

Modesto l'aumento statunitense, allineato a quello europeo.
Solo in Nuova Zelanda un aumento più significativo (+4,4%) che si colloca tuttavia nella fase discendente della curva produttiva.
Tutti segnali che sembrano indicare una tenuta dei prezzi, almeno nel breve periodo.
 

Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.