Nato dal dialogo tra il Consorzio e l'Associazione nazionale allevatori frisona italiana, questo indice vuole essere un aiuto prezioso per valutare tutti i costi e i ricavi connessi alla carriera produttiva delle bovine, con i loro fabbisogni alimentari, ai costi di trasformazione e alla rese in formaggio.
L'obiettivo è quello di valorizzare le vacche e il territorio dove vengono prodotti i foraggi destinati alla loro alimentazione, fondamentali per ottenere una Dop d'eccellenza come il Parmigiano Reggiano.
Tutto questo tenendo in considerazione la sostenibilità ambientale, la salvaguardia del territorio e il miglioramento delle condizioni economiche delle aziendeimpegnate nella produzione del formaggio stesso.
"Si tratta di una novità importante: per la prima volta viene utilizzato un indice per la selezione dei riproduttori per fare una Dop - afferma Bertinelli - Questo indice rafforza il legame tra il Parmigiano Reggiano Dop e il suo territorio di origine: oltre che per la quantità e la qualità del latte prodotto, in termini di contenuto proteico e di vocazione delle proteine stesse alla produzione di formaggi a pasta dura, le bovine potranno essere selezionate per la loro capacità di metabolizzare in modo efficiente ciò che viene prodotto dal territorio della Dop".
L'indice genetico sarà quindi un valido alleato nella selezione di bovine sempre più funzionali alla produzione di formaggio. Questa caratteristica aiuterà a limitare l'utilizzo di antibiotici; una scelta che punta a sottolineare l'impegno del Consorzio a garantire al consumatore la completa naturalità del prodotto.
"Da disciplinare, il 50% della sostanza secca deve derivare da foraggi. I foraggi prodotti nell'area della Dop hanno proprietà particolari, in particolare sono facilmente digeribili - prosegue il presidente - L'adozione di questo indice è quindi garanzia che nel prossimo futuro in stalla troveremo sempre di più bovine adatte alla produzione del Parmigiano".
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