Qualche settimana addietro ha suscitato preoccupazione il fallimento dell'associazione regionale allevatori della Sicilia, anche se da tempo commissariata a causa delle difficoltà economiche nelle quali versava.

Come approfondito da AgroNotizie, le cause di questo dissesto economico hanno radici lontane, fra queste la stretta alle risorse che lo Stato destina alla Associazione italiana allevatori (Aia, capofila di tutte le associazioni periferiche), a sua volta costretta a una profonda revisione delle sue strutture.
Così, una dopo l'altra, è arrivata la chiusura di molte sedi provinciali (Apa) e il loro accorpamento su base regionale (Ara).


Ottimizzare le risorse

La necessità di ottimizzare le scarse risorse disponibili non ha toccato l'efficienza dei servizi resi agli allevatori, in particolare sul fonte genetico, dove la nostra zootecnia da carne e da latte vanta livelli di eccellenza.

Anche in Sicilia, dopo la chiusura degli uffici regionali, il compito di portare avanti i controlli necessari alla tenuta dei Libri genealogici e ai controlli funzionali per il miglioramento genetico è continuato sotto la responsabilità degli uffici centrali di Aia.


La crisi si allarga

Ma i problemi non si fermano alla Sicilia. La crisi che mina le basi della "casa" degli allevatori si è allargata all'associazione regionale del Lazio.
Nei primi giorni di aprile la Uila Lazio (uno dei sindacati dell'agroalimentare), denunciava l'avvio delle pratiche per licenziare i dipendenti dell'associazione. Un'operazione che per quanto "dolorosa" sotto il profilo sociale, può forse trovare motivazioni nella riorganizzazione di Aia.
 

Cremona commissariata

Meno comprensibile è la recente decisione di commissariare l'Associazione provinciale degli allevatori di Cremona. In virtù della forte concentrazione di allevamenti di questa provincia, che produce il 10% del latte italiano, tanto da essere considerata la capitale della zootecnia italiana, l'Apa di Cremona ha conservato la sua valenza territoriale.

Molte le voci che si sono levate per esprimere le preoccupazioni per le conseguenze di questa decisione, dai sindacati ai vertici della Camera di commercio, il cui presidente, Giandomenico Auricchio, è per di più responsabile dell'industria casearia che porta il suo nome e come tale profondo conoscitore del settore.
 

Le ipotesi

Molte le ipotesi sulle motivazioni che hanno portato al commissariamento. Fra queste quella di voler azzerare i vertici dell'associazione che si apprestava al rinnovo delle cariche fra qualche giorno.
Difficile dire quanto questa, come le altre tesi, rispondano al vero.

Commissariare l'Apa di Cremona, certo fra le più importanti espressioni organizzative della nostra zootecnia, non può trovare motivazioni di "bottega", ci rifiutiamo di crederlo. Sarà interessante conoscere dalla stessa Aia quale sia il disegno che ha portato a questa decisione. Aspettiamo con ansia.