Da tempo l'associazione regionale allevatori (Ara) delle Marche era in una situazione difficile che aveva portato al commissariamento della struttura che fa capo all'Associazione italiana allevatori (Aia). Una vicenda che si è conclusa nel peggiore dei modi a inizio 2016 con la chiusura delle attività e la perdita del posto di lavoro per 23 persone che vi erano impiegate. In loro difesa sono scesi in campo i sindacati Fai Cisl Marche, chiedendo un intervento da parte della Regione Marche e denunciando al contempo l'arrivo di altro personale da fuori regione per svolgere i compiti che erano di Ara Marche. Sull'accaduto è intervenuta la stessa Aia che ha diramato la nota che pubblichiamo di seguito.

A.G.


I controlli non si possono fermare

Alla luce delle notizie comparse sulle pagine di alcuni quotidiani nazionali relative all’attuale situazione dell’Associazione regionale allevatori delle Marche (Aram) e al fatto che le attività in carico alla struttura siano oggi svolte da personale non dipendente dell’Aram, occorre fare un po’ di chiarezza.
L’attività dei Controlli Funzionali è regolamentata da una legge dello Stato ed affidata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali all’Associazione italiana allevatori (Aia), che ha l’obbligo di svolgere tali attività su mandato del Mipaaf, potendosi avvalere delle sue strutture territoriali, come nel caso dell’Aram appunto.
Qualora il soggetto delegato, per qualsiasi motivo non sia più in grado di svolgere tali attività (come oggi accade nelle Marche) i Controlli Funzionali non possono essere interrotti e, conformemente con quanto disciplinato dall’articolo 6, comma 3 del Disciplinare dei controlli dell’attitudine produttiva per la produzione del latte e della carne, approvati rispettivamente con D.M. del marzo e agosto 2013, Aia può provvedere direttamente, in via temporanea, alle attività di controllo nelle aree territoriali nelle quali non si verifichino tali condizioni.

La Regione Marche ha incaricato Aia con un mandato a termine, che scadrà il 31.12.2016, di svolgere tali attività. Da inizio gennaio sino alla fine di aprile 2016 Aia ha utilizzato il proprio personale del servizio ispettivo per svolgere i controlli, mentre da inizio maggio personale incaricato del Sistema Allevatori proveniente dalla regioni limitrofe collabora all’espletamento delle attività, visto l’elevato numero di controlli da effettuare.

Utilizzando le moderne tecnologie informatiche messe a punto da Aia, con la finalità di dar vita ad un sistema dei controlli che sia il più snello possibile, oggi la maggior parte dei controlli viene “chiusa” direttamente in allevamento. In questo modo l’allevatore ha l’esito del controllo in tempo reale.

Un intervento che consente la corretta tenuta dei Libri genealogici, fondamentale per portare avanti il processo di selezione e miglioramento genetico che da più di 70 anni rappresenta il cardine dell’attività del Sistema allevatori.
L’Aia quindi ha assicurato, come previsto dalle norme vigenti, il servizio agli allevatori marchigiani”.