Sostegni al prezzo del latte ovino, utilizzo del latte per impieghi diversi dalla trasformazione in pecorino, offerte di formaggio agli indigenti per alleggerire le eccedenze. E poi il (solito) “tavolo di filiera” che avrebbe dovuto rendere più trasparenti i rapporti commerciali. Questi alcuni degli interventi che a inizio anno erano stati messi insieme per tentare una risposta alla crisi della pastorizia. Tutto inutile, o quasi. Il prezzo del pecorino non sale e con lui resta fermo il prezzo del latte (circa 60 centesimi di euro al litro) pagato agli allevatori, che non copre nemmeno le spese di produzione. Gli allevatori, ancora una volta, si trovano con il portafoglio vuoto e i creditori alla porta. Ed è di nuovo protesta. Protestano gli allevatori che si riconoscono nel Movimento pastori sardi guidato da Felice Floris e protestano gli allevatori del “Movimento dei forconi” (nome emblematico...) che insieme hanno marciato per le strade di Messina il 20 luglio per gridare la loro preoccupazione per il futuro delle loro aziende. E si replica il 26 luglio a Cagliari dove gli allevatori di ovini torneranno a rivendicare azioni concrete per uscire dalla crisi. Quelle decise quando era ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan non hanno dato, evidentemente, i frutti sperati. Riuscirà l'attuale ministro, Saverio Romano, a fare di meglio? Vedremo.

 

Schiarite da Bruxelles

Intanto arriva da Bruxelles la notizia che nel prossimo futuro i Consorzi di tutela avranno la possibilità di guidare i livelli di produzione per allinearsi, per quanto possibile, alla domanda di mercato. Quella del pecorino, si sa, è una crisi da eccesso di offerta dopo il crollo delle esportazioni, in particolare negli Usa. Ridurre la produzione potrebbe essere dunque la chiave di volta non solo per uscire dalla attuale crisi, ma anche per evitare che situazioni analoghe si ripresentino. Ma serve tempo. Quanto proposto a Bruxelles deve essere tradotto in atti normativi che devono poi essere attuati sul campo dagli enti di tutela. Quanti allevamenti ovini sopravviveranno in attesa di questi tempi migliori? Pochi se non si correrà presto ai ripari.