E' ancora in alto mare la crisi del settore ovicaprino. Il prezzo del latte di pecora è bloccato a quota 60 centesimi al litro e soprattutto in Sardegna, dove si alleva quasi la metà del patrimonio ovino italiano, gli allevatori continuano a fare i conti con bilanci in rosso. Ed è dalla Sardegna che continua la protesta, questa volta guidata dalla Cia e dal suo presidente, Giuseppe Politi, che riunendo a Nuoro gli allevatori ha chiesto l'apertura dello stato di crisi del settore.
Le richieste della Cia continuano con l'approvazione di interventi per lo smaltimento delle eccedenze di pecorino, la promozione dei prodotti dell'allevamento (dalla carne ai formaggi), con il blocco dei pagamenti di mutui e degli oneri sociali, con l'apertura da parte della Ue allo stoccaggio per il pecorino romano.

 

Gli interventi

Non si è fatta attendere la risposta dell'assessore all'Agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato. “Molto di ciò che oggi la Cia chiede a gran voce – ha affermato Prato - la Regione Sardegna lo sta già attuando con leggi e risorse finanziarie che superano gli stanziamenti di tutte le altre regioni messe assieme.” La Regione, ha poi ricordato Prato, ha stanziato quasi 150 milioni di euro per i settori in difficoltà, soldi che vanno ad aggiungersi ai finanziamenti previsti dai Psr e a quelli della manovra finanziaria della quale si discute in questi giorni in Consiglio regionale. 
In particolare sono in scadenza entro fine dicembre i due primi bandi della legge regionale che stanzia per il solo settore ovino 26 milioni di euro. Bandi, si sottolinea negli uffici della Regione, nei quali sono state ridotte al minimo le barriere per favorire la più ampia partecipazione da parte degli allevatori. Nel frattempo Argea (l'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura) ha confermato l'erogazione di fondi per oltre 14 milioni che provengono dai Psr. Le buone notizie continuano con l'approvazione da parte della Commissione europea di alcune modifiche al disciplinare di produzione dell'agnello di Sardegna Igp, modifiche dalle quali ci si attende un aiuto nella valorizzazione di questo prodotto tipico.

 

Allineare mercato e produzione

Insomma qualcosa sembra muoversi per una risposta alla crisi dell'ovinicoltura. Bene gli aiuti e i sostegni agli allevamenti oggi con l'acqua alla gola. Ma si tratta di rimedi temporanei, non risolutivi. Serve una diversa organizzazione della filiera capace di governare la produzione evitando le eccedenze e promuovendo prodotti diversi dal pecorino. Ma questa è la parte più difficile...