Si è concluso il festival con tutto il suo strascico di canzoni, polemiche, trasmissioni e, ovviamente, fiori.

"Sanremo - ha dichiarato il ministro Maurizio Martina - offre un palcoscenico unico e privilegiato ai fiori d'Italia e più in generale al florovivaismo italiano. Un settore che vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e con 100mila addetti in 27mila aziende".

Ma se Sanremo è la vetrina più importante in questo periodo festivaliero, non è certo l'unica realtà italiana dove il florovivaismo ha un ruolo centrale.

Tra le regioni più vocate per i fiori recisi e le fronde ci sono la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e la Sicilia. Per le piante in vaso e da vivaio, invece, la produzione è distribuita su molte regioni.

E oltre a queste si devono segnalare il Piemonte e la Lombardia per la loro specializzazione in piante acidofile, oltre che conifere e latifoglie.
Un settore che nel complesso occupa oltre 29mila ettari di superficie agricola.

Un settore che il ministero vuole sostenere puntando su tre pilastri fondamentali: salvaguardia del reddito, tutela sui mercati internazionali e ricerca.

Per tutelare il reddito il primo intervento è sulla leva fiscale e una prima risposta è arrivata con l'azzeramento della Irpef agricola, come previsto nella Legge di Bilancio 2017.

Ma per il ministro è necessaria anche un'analisi approfondita sugli incentivi al verde urbano. Un settore cruciale che da un lato può promuovere il rilancio del settore vivaistico e dall'altro diventa uno strumento per rendere le nostre città sempre più sostenibili.

E l'idea di un bonus verde come quello per l'edilizia, è una cosa che per Martina deve essere presa in considerazione come investimento strategico.

Il secondo punto chiave individuato dal ministero è quello dei mercati internazionali.

Le esportazioni oggi rappresentano un quarto del valore complessivo annuo della produzione florovivaistica in Italia.

Tra i principali mercati di destinazione delle piante in vaso si annoverano la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio.

Per gli alberi e gli arbusti invece, oltre ai paesi già citati, vanno aggiunti la Spagna e la Turchia, mentre Svizzera e Paesi Bassi, Germania e Francia sono i principali mercati per il fiore reciso.

Per difendere queste fette di mercato, il ministero sa che deve continuare l'impegno a livello di politiche europee per tutelare il florovivaismo italiano dalle importazioni a basso prezzo da paesi extraeuropei che penalizzano le produzioni nazionali.

Mentre sul fronte della ricerca, il Crea dovrà ricoprire un ruolo ancor più centrale per dare risposte utili alle nuove esigenze del settore.

Il Crea è infatti il principale ente di ricerca italiano dedicato al settore agricolo, che vanta un ampio settore di studio dedicato al comparto ornamentale e florovivaistico soprattutto con i centri di ricerca di Sanremo e di Pescia.

L'introduzione di novità e il miglioramento della qualità e longevità di fiori recisi e piante in vaso rappresentano importanti strategie per competere sui mercati internazionali delle produzioni ornamentali.

Un altro fondamentale settore di ricerca investe le piante aromatiche con effetti curativi, di resistenza alle malattie e conservanti.

Infine grande attenzione viene poi data alla salvaguardia dell'ambiente e alla razionalizzazione dell'uso delle risorse per migliorare l'utilizzo di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci.

Una strada obbligata per far sì che il vivaismo, insieme al verde urbano, diventino la chiave per rilanciare la qualità delle nostre città.