Esperti internazionali del settore olivicolo sono intervenuti nel corso del seminario Internazionale su “Innovazione tecnologica in olivicoltura, tra esigenze di qualità e di tutela ambientale” che ha avuto luogo su iniziativa della Regione Calabria, del DiSTAfA (Dipartimento di scienze e tecnologie agro-forestali ed ambientali) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e dell’Arssa (Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura) a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria.
Obiettivo del seminario era la presentazione di soluzioni innovative da applicare nelle diverse fasi del processo produttivo per offrire spunti di riflessione sul miglioramento del livello qualitativo ed economico dell’olio, nel pieno rispetto dell’ambiente.

I lavori sono stati coordinati dal prof. Gennaro Giametta (DiSTAfA).

Il seminario si è inserito nel programma di iniziative sperimentali e divulgative attivate con il progetto Rural Med, dal Dipartimento 3, Settore 9, della Regione Calabria – Affari internazionali, Progetti speciali Ue e Politiche del Mediterraneo, che vede il DiSTAfA della Mediterranea e l’Arssa come partner attuatori e la Junta de Andalusia come capofila. La finalità della linea di attività nella quale il seminario era inserito, e che ha costituito il naturale epilogo, è stata la creazione di una rete di lavoro transnazionale e multidisciplinare alla quale hanno partecipato anche l’Algeria, il Marocco e la Sardegna; attraverso questa rete è oggi possibile affrontare problematiche che riguardano il comparto olivicolo evidenziandone le specifiche realtà regionali. L’iniziativa era anche inserita nel calendario della manifestazioni di “PrimOlio”, giornate per la valorizzazione e lo sviluppo dell’olivicoltura mediterranea.

I relatori hanno indicato quelle che potrebbero essere le linee guida da percorrere per far sì che questo importante comparto agricolo possa affrancarsi definitivamente, contribuendo a risollevare le sorti dell’economia delle zone in cui l’olivo occupa un ruolo preponderante. Secondo quanto è emerso nel dibattito è impensabile che l’olio d’oliva prodotto nelle zone ad olivicoltura tradizionale possa sperare nel prossimo futuro di essere competitivo sul mercato godendo dei contributi pubblici.
Gli olivicoltori quindi, non possono più ignorare la spinta dei tempi e i nuovi orientamenti della politica comunitaria, che prevede nei prossimi anni una riduzione dei contributi e, contestualmente, un aumento della competitività.

A livello globale l’olio extra vergine d’oliva viene apprezzato in tutti i continenti e queste sono indicazioni utili per chi è chiamato a dettare gli indirizzi per la creazione di una moderna e razionale olivicoltura. Le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche prospettano vantaggiose possibilità di sviluppo per le olivicolture tradizionali dei paesi del bacino del Mediterraneo.

L’olivicoltura tradizionale mediterranea deve far fronte a problemi di competitività legata soprattutto ai paesi emergenti. Ci sono realtà che hanno incominciato a produrre su vaste superfici e che sono in grado di arrivare quanto prima sul mercato. Ad impiantare i nuovi oliveti nei nuovi continenti sono per lo più olivicoltori dell’area mediterranea che non hanno vincoli di alcun genere come, ad esempio, quello che esiste in Italia in tema di abbattimento di olivi e conservazione del paesaggio. Emerge la necessità di costituire forti aggregazioni fra olivicoltori superando le frammentazioni esistenti, in grado di proporsi in maniera compatta sul mercato mondiale dell’olio di oliva, insidiato in maniera sempre  più pressante dai paesi emergenti.
C’è un crescente bisogno di innovazione delle aziende olivicole e un ruolo forte spetta alla divulgazione agricola.

Negli ultimi anni si è registrato un miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni, ma è necessario promuovere l’immagine e la qualità del prodotto anche attraverso il sostegno a imprese innovative.

In sintesi per le olivicolture tradizionali del bacino del Mediterraneo è necessario sostenere gli olivicoltori, differenziando gli interventi a seconda delle olivicolture tradizionali, tenendo conto che una parte dell’olivicoltura è destinata a perdersi. Il sostegno degli olivicoltori deve assecondare la libera iniziativa volta a modernizzare gli oliveti.
In secondo luogo occorre rivedere le norme restrittive che puntano a mantenere la situazione attuale ed ad impedire il progresso dell’olivicoltura.
Infine garantire azioni di stimolo alla ricerca scientifica perché sviluppi nuove tecnologie, filo conduttore dello sviluppo sociale ed economico del settore.

Per informazioni:
DiSTAfA – Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria - Tel./Fax 0965 682728/682790/682665
Rosario Franco rosariofranco@libero.it