Negli ultimi anni stiamo assistendo a una crescente attenzione verso il cibo e la nutrizione soprattutto tra i giovani alla ricerca di uno stile di vita più sano e di un'alimentazione in grado di prevenire eventuali carenze di micronutrienti o malattie dismetaboliche. È risaputo che diete ricche di piante determinano una ridotta incidenza di patologie, grazie all'apporto di numerose sostanze fitochimiche benefiche per la salute umana.
In questo contesto, nuovi alimenti vegetali come i micro ortaggi (in inglese microgreens) stanno suscitando interesse come potenzialmente utili a promuovere il benessere e la salute.

I micro ortaggi sono giovani e tenere piantine commestibili prodotte a partire dai semi di diverse specie sia ortive che erbacee, ma anche specie aromatiche e piante spontanee. Sono considerati veri e propri cibi funzionali o super alimenti, in quanto presentano diversi vantaggi in particolare dal punto di vista nutraceutico e funzionale per il loro elevato contenuto in vitamine, minerali e antiossidanti.
Inoltre, sono caratterizzati da:
  • un breve ciclo colturale, che dura in media da 7 a 21 giorni a seconda della specie, poiché vengono raccolti quando hanno sviluppato le prime foglie vere;
  • semplicità di coltivazione in quanto basta dotarsi di un buon substrato, seme, acqua e un limitato apporto di nutrienti;
  • buon adattamento alla produzione in ambienti chiusi come quelli domestici o nelle plant factory;
  • possibilità di coltivarli tutto l'anno;
  • un'elevata redditività per i potenziali produttori.

Cotiledoni e foglie vere

In questo contesto si inserisce l'attività di ricerca, oggetto della mia tesi, condotta a Portici (Na) presso il laboratorio di Agronomia del Dipartimento di agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, sotto la supervisione del professore Youssef Rouphael e dei suoi collaboratori Antonio Pannico e Christophe El-Nakhel.

L'obiettivo di questo studio era confrontare tre diverse specie di microgreens appartenenti alla famiglia botanica delle Brassicacee e valutare la risposta in termini di produzione e contenuto di componenti bioattivi alla coltivazione su un substrato a base di torba, con o senza integrazione di nutrienti sotto forma di soluzione nutritiva completa di macro e microelementi. Una nutrizione minerale carente o squilibrata provoca nelle piante uno stress abiotico che, in alcuni casi, attiva la produzione di metaboliti secondari ad attività nutraceutica quali ascorbato, carotenoidi e polifenoli; inoltre, può limitare il contenuto di antinutrienti come il nitrato nelle foglie.

L'esperimento è stato condotto in una camera di crescita (KBP-6395F) dotata di pannelli Led (K5 Serie XL750, Kind Led) con un intervallo di lunghezze d'onda di emissione tra 400 e 700 nm ad un'intensità di 300 ±15 µmol m-2 s-1, impostato su un fotoperiodo di 12-12 ore.
Lo schema sperimentale prevedeva il confronto fattoriale tra tre specie di Brassicacee - Eruca sativa (rucola), Brassica oleraceae var. capitata cavolo cappuccio); Brassica oleraceae var. gemmifera (cavoletti di Bruxelles) - e due soluzioni di fertirrigazione (un intervento giornaliero con solo acqua di osmosi o con una soluzione nutritiva completa). Ogni trattamento è stato replicato tre volte.

Micro ortaggi coltivati in serra

I microgreens sono stati coltivati in vaschette in Pet da 204 cm2 riempiti con 600 mL di torba e fertirrigati quotidianamente con una soluzione nutritiva Hoagland a un quarto della forza (pH 6,0 ± 0,2 e CE 400 ± 50 μS cm-1) o semplicemente irrigati quotidianamente con acqua di osmosi (pH 6.0 ± 0.2 e CE 3 μS cm-1).
Alla raccolta, avvenuta per tutte le specie a 16 giorni dalla semina, sono state effettuate le determinazioni agronomiche e le analisi qualitative sui prodotti. In assenza di nutrizione minerale, la resa dei microgreens dei cavoletti di Bruxelles e cavolo cappuccio è stata ridotta solo in piccola percentuale, rispettivamente del 13 e dell'8%, mentre è stata osservata una riduzione del nitrato del 99%.
La resa dei microgreens di rucola, invece, è stata notevolmente ridotta a seguito del trattamento con sola acqua distillata di ben il 90%, ma con una corrispondente riduzione dei nitrati del 118%. In assenza di integrazione di nutrienti, i microgreens di cavolo cappuccio hanno fatto osservare un incremento del contenuto di acido ascorbico totale e di antocianine totali mentre nei cavoletti di Bruxelles non sono state osservate differenze rispetto al controllo fertirrigato. Nei microgreens di rucola, l'assenza di integrazione di nutrienti ha provocato un forte aumento dei metaboliti secondari come luteina, carotene, acido ascorbico totale e antociani totali, ma ha determinato una riduzione degli acidi fenolici totali.
Resa
Sostanza secca

In conclusione, per alcune specie è possibile coltivare microgreens su substrato organico quale, per esempio un substrato commerciale a base di torba, senza integrazione di nutrienti con riduzioni di resa non significative. Inoltre, la ridotta disponibilità di nutrienti potrebbe determinare, in funzione della specie, incrementi di metaboliti secondari bioattivi.
 
Daniele Capurso
Daniele Capurso, categoria "Nutrizione delle piante"
(Fonte foto: © Daniele Capurso)

Per eventuali contatti: danielecapurso@libero.it
 
A cura di Daniele Capurso

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