Continua in Puglia la raccolta delle ciliegie delle varietà Bigareaux, Giorgia e Ferrovia che non hanno subito danni da avversità meteorologiche.

Diverse aziende del Sud-Est barese e di altre zone della Puglia durante le fasi fenologiche della fioritura e allegagione e successivamente anche all'invaiatura del frutto, hanno infatti subito danni alla produzione di ciliegie valutabili tra il 30% e il 50%.

Le cause sono sempre le stesse: sbalzi termici con temperature massime anche superiori a 30 °C, eccessiva umidità dell'aria, pioggia e vento. Ancora una volta, non sono stati interessati dalle calamità i pochi produttori che hanno coperto il loro ciliegeto con film di plastica. Un'operazione molto costosa per la necessità di utilizzare pali in ferro di 7 metri di cui due interrati e per gli elevati costi della manodopera per la realizzazione della struttura, costretta ad operare su scale alte 4 metri per stendere i teli di plastica e legarli con spago in polietilene.

Per questi motivi è auspicabile che i nuovi impianti vengano realizzati con la forma di allevamento a vaso basso e con la struttura di sostegno e copertura alta soltanto 3 metri, così come avviene per l'uva da tavola con il “tendone”. Questa soluzione consente di operare in condizioni di maggiore sicurezza per gli operai che non devono passare molte ore sulle scale per la raccolta.

 

Nella foto del 27 maggio 2012, il produttore Giacinto Manzari in un ciliegeto della varietà Giorgia allevato a vaso libero basso, coperto con tessuto retinato di polietilene a bassa densità per proteggerlo dalla pioggia. Tutte le operazioni di copertura della struttura e della raccolta vengono svolte senza l'ausilio delle scale.

 

Come è noto la cerasicoltura italiana è concentrata per l'85% in quattro Regioni: Puglia (che contribuisce alla produzione nazionale per il 36%), Campania (25,6%),  Emilia-Romagna (15,8%) e Veneto (8,5%).

La coltivazione del ciliegio in Puglia interessa una superficie investita di circa 17.000 ettari da cui si ottiene una produzione di circa 520.000 quintali. L'80% della produzione di ciliegie in provincia di Bari si realizza nella zona del sud-est della provincia: i comuni di Conversano, Turi, Sammichele, Castellana, Putignano, Noci, Alberobello, Casamassima, Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle. Purtroppo sono anche le zone che frequentemente subiscono danni.

 

Ciliegie della varietà Bigareaux con spacco laterale della polpa della drupa

 

Anche quest'anno, le piogge hanno provocato la formazione dello spacco dei frutti (cracking), in alcuni casi anche pronti per la raccolta e la commercializzazione. Il fenomeno è più frequente in concomitanza di andamenti stagionali umidi-piovosi che si verificano durante la fasi fenologiche invaiatura-maturazione. Lo spacco è provocato dall'eccessiva disponibilità di acqua e dall'aumento della tensione cellulare e del volume della polpa che si ripercuote sull'epidermide della buccia che si dilata oltre i limiti di elasticità, fratturandosi.

 

1 - Protezione dei vecchi impianti con alberi a vaso alto

 

Operazioni di consolidamento della struttura costituita da pali in cemento precompresso alti 5 metri per aumentare la resistenza alle sollecitazione provocate dai venti e proteggere i ciliegeti realizzati in passato e costituiti da alberi molto sviluppati anche in altezza. 

 

Ciliegeto protetto da una struttura alta 5 metri coperta con tessuto retinato di polietilene a bassa densità. Ha elevata resistenza allo strappo e permette di ottenere temperature costanti all'interno della struttura. La copertura viene attuata soltanto per proteggere il ciliegeto dalla pioggia per evitare lo spacco del frutto e non influisce sull' epoca di maturazione.

 

Manodopera impegnata per molte ore su scale alte 4 metri per stendere i teli in plastica e legarli con spago di polietilene.

 

Raccolta manuale delle ciliegie con l'ausilio di scale. Anche questa operazione richiede la permanenza sulle scale per quasi tutta la giornata lavorativa

 

2 - Innovazioni per i ciliegeti: protezione dei nuovi impianti da realizzare con la forma di allevamento a vaso libero basso 

Considerato che quasi tutti gli anni una parte dei produttori di ciliegie non raccoglie il prodotto per le avversità meteorologiche e che quindi è necessario proteggere le piante, è urgente attuare una diversa impostazione degli impianti, di allevamento e potatura delle piante, con la finalità di ridurre il loro sviluppo e realizzare strutture più basse. In pratica si propone di realizzare quanto attuato da circa un trentennio negli impianti di vite per la produzione di uva da tavola. 

Quando ancora non si attuavano le protezioni, il produttore viveva con l'angoscia che una grandinata potesse danneggiare il vigneto di uva da tavola e vanificare il suo lavoro. Con le reti antigrandine, il vigneto era al sicuro e il viticoltore poteva essere certo di poter raccogliere il prodotto. Per la coltivazione del ciliegio si è in forte ritardo per cui occorre necessariamente attuare una diversa impostazione degli impianti. Di seguito viene illustrata una interessante proposta per una nuova cereasicoltura con piante allevate a vaso basso e protette da teli in plastica 

 

Giacinto Manzari di Casamassima in provincia di Bari, produttore di ciliegie delle varietà Giorgia, Ferrovia e Bigareaux, esegue agevolmente la raccolta. Anche per i ciliegeti è possibile con la forma di allevamento libera a vaso basso, eseguire con costi più bassi le operazioni di realizzazione della struttura di protezione, delle tecniche colturali e della raccolta a terra senza utilizzare le scale.

 

Schema di realizzazione della struttura di sostegno di protezione per un nuovo ciliegeto realizzato a vaso libero basso con pali di legno di castagno perché più economici. Le modalità costruttive sono simili ai vigneti di uva da tavola con la forma di allevamento a “tendone”.

 

Struttura a 'antipioggia'

La struttura portante per la protezione del ciliegeto con films di plastica si può realizzare con le stesse modalità costruttive utilizzate per la forma di allevamento a “Tendone” per la coltivazione dell'uva da tavola. Il sesto d'impianto tra le fila varia da 3 a 4 metri mentre sulla fila tra 1,5 a 2 metri.

 

Per la copertura della struttura si utilizza il tessuto retinato con laminazione/plastificazione di polietilene a bassa densità. E' caratterizzato da elevata trasparenza e maneggevolezza, presenta elevata resistenza allo strappo e permette di ottenere temperature costanti all'interno della struttura coperta non diverse da quelle esterne. Lo scopo è soltanto di proteggere i frutti dalla pioggia e non di anticipare la maturazione. Non è consigliabile attuare la copertura prima e durante la fioritura perché le alte temperature potrebbero interferire negativamente sul delicato processo della fecondazione. Il sesto d'impianto utilizzato dall'azienda Giacinto Manzari è di 1,5 metri sulla fila e 3 metri tra le file con un numero di piante per ettaro di 1.900. La resa media di ciliegie per pianta è di 10 - 15 kg e una produzione di 190 - 285 quintali per ettaro.

 

La struttura è realizzata con pali perimetrali in ferro di 50 kg della lunghezza di 5 metri di cui 2 interrati con lati di 15 x 15 cm. 

 

Giacinto Manzari nel ciliegeto protetto. Alla destra la cultivar Ferrovia e a sinistra la Giorgia nella fase di raccolta e commercializzazione. Le piante sono state messe a dimora nel 2006 e soltanto quest'anno hanno prodotto in gran quantità.

 

Conclusioni

Quasi tutti gli anni una parte dei produttori di ciliegie subiscono danni alle loro produzioni provocati dalle avversità meteorologiche e in particolare dalle piogge che si verificano tra l'invaiatura e la raccolta. Con una diversa impostazione dei ciliegeti a vaso basso, è possibile proteggere gli impianti ed evitare i danni.