La protesta degli agricoltori di mezza Europa - giunta ieri fino a Bruxelles, dove non sono mancati disordini sedati dalla polizia belga con l'uso di idranti - per ora porta a casa solo un contentino dalle due giornate di vertici europei appena trascorse.

 

Questo perché se il 31 gennaio la Commissione Europea ha inteso prorogare sul solo 2024 la moratoria sulla Bcaa 8, consentendo di non lasciare incolto il 4% della Sau aziendale, seppur ad inedite, precise e pesanti condizioni, nel Consiglio europeo di ieri, 1° febbraio 2024, vi è stata una sostanziale conferma della validità degli indirizzi generali della Pac, pur prestando attenzione alle questioni sollevate dagli agricoltori e offrendo un via libera all'iniziativa della Commissione Ue.

 

Equilibrismi politici che non rassicurano gli agricoltori giunti in massa fino alla sede di Bruxelles del Parlamento europeo con i loro trattori e che lasciano aperta la vertenza sulla Pac, che troverà un suo esito solo dopo la scadenza elettorale unionale del giugno 2024.


Consiglio europeo, via libera alla moratoria sulla Bcaa 8

Nel comunicato stampa del Consiglio europeo tenutosi ieri a Bruxelles, convocato in seduta straordinaria per affrontare i temi legati al bilancio dell'Unione, la proposta della Commissione Ue non è stata neppure citata in maniera esplicita e il settore è così descritto nelle ultime righe: "I leader dell'Ue hanno discusso delle sfide nel settore agricolo, comprese le preoccupazioni sollevate dagli agricoltori".  È scritto nella nota: "Sottolineando il ruolo essenziale della politica agricola comune, i leader hanno invitato il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Ue a portare avanti i lavori. Il Consiglio europeo manterrà la situazione sotto controllo".

 

Inoltre, "I leader hanno ricordato le conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020, in cui si afferma che il meccanismo di condizionalità per lo Stato di diritto deve essere attuato in modo obiettivo tale da garantire la parità di trattamento di tutti gli Stati membri". 


Affermazioni che rappresentano un via libera politico alla bozza di regolamento di esecuzione presentata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e dal commissario all'Agricoltura Janusz Wojciechowski nella riunione del 31 gennaio scorso, ma anche un richiamo ad evitare di pesare troppo su alcuni, bilanciata comunque dalla conferma della validità dell'impianto generale della Pac a 2027


Su questa formulazione tanto vaga quanto possibilista, pesa sicuramente l'incognita delle vicine elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo: viene offerta una proroga della moratoria sulla Bcaa 8 – della quale per altro si parlava negli ambienti della Commissione dallo scorso autunno e ispirata dal governo di Parigi - giusto per costruire un ponte verso la futura Commissione e il futuro Parlamento di Strasburgo, titolati ad eventuali variazioni di medio termine della Pac.

 

Nel frattempo il regolamento di esecuzione sulla deroga potrà essere oggetto di un rapido carteggio tra la Commissione Ue il Consiglio Ue Agrifish, che dovrebbe votarlo nei prossimi giorni, per poi consentire alla Commissione Ue di adottarlo formalmente e con effetto retroattivo a decorrere dal 1° gennaio 2024. Ma il regolamento di esecuzione contiene oggettivamente condizioni piuttosto pesanti, che vediamo qui di seguito.


La proposta della Commissione e i vincoli

"Oggi la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell'Ue di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto al pagamento diretto di base della Pac" è scritto nella nota del 31 gennaio scorso della Commissione Ue a proposito del vincolo del 4% di incolto contenuto nella Bcaa 8.

 

"Invece di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi – continua la nota - gli agricoltori dell'Ue che coltivano colture che fissano l'azoto (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei loro seminativi saranno considerati conformi ai requisiti". Inoltre, le intercalari che sviluppano batteri azotofissatori tra le radici "dovranno essere coltivate senza prodotti fitosanitari per mantenere l'ambizione ambientale della Pac".


"La proposta della Commissione è attentamente calibrata per fornire il giusto equilibrio tra l'offerta di aiuti adeguati agli agricoltori che affrontano numerose crisi, da un lato, e la protezione della biodiversità e della qualità del suolo, dall'altro" si sostiene nella nota.

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Le manifestazioni

Intanto, continuano manifestazioni in tutta Europa e in Italia, poiché le richieste degli agricoltori – dentro e fuori le organizzazioni agricole – sono molte, e vanno anche oltre la Pac. E se i vertici di Coldiretti disertano Fieragricola per andare a manifestare a Bruxelles, i trattori della protesta fanno capolino proprio innanzi ai cancelli della fiera di Verona.

 

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Uno striscione di protesta all'ingress di Fieragricla

(Fonte foto: Ivano valmori, AgroNotizie)

 

La manifestazione di Bruxelles di ieri è iniziata sin dal primo mattino, con la sfilata dei trattori degli agricoltori provenienti da mezza Europa, compresa una folta delegazione italiana.

 

Intanto le organizzazioni agricole, se pur con toni ed accenti diversi, si dicono insoddisfatte dalla deroga proposta dalla Commissione e ora la vaglio del Consiglio Ue. A livello nazionale la palla passa ora al tavolo politico convocato dal ministro Francesco Lollobrigida per oggi 2 febbraio, per una valutazione insieme a tutte le organizzazioni agricole più rappresentative del Paese.


Coldiretti: bene la proposta, ma serve svolta

"Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina, e ora è necessario sia cancellato definitivamente l'obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). È, come diciamo da anni, una scelta sbagliata – aveva affermato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini in partenza per Bruxelles - Non ha senso impedire agli agricoltori di coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare".

 

E aveva chiesto una svolta nelle politiche europee "per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell'Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale."


Confagricoltura: una proposta con troppe condizioni

"Una proposta con un sovraccarico di condizioni tale da limitare in modo significativo l'efficacia della misura. il testo va modificato per aumentare effettivamente le produzioni di cereali e semi oleosi", ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commentando la proposta della Commissione. Per il presidente di Confagricoltura la misura è resa ancora più gravosa perché "per le intercalari è previsto un coefficiente di ponderazione dello 0,3 per cento. In pratica, ogni ettaro reale sarebbe equiparato a 0,3 ettari".


In una nota il presidente Giansanti precisa: "Siamo già in contatto con il nostro ministero e con le principali organizzazioni agricole degli Stati membri per ottenere le indispensabili e profonde modifiche. La deroga va accordata sulla falsariga del provvedimento già varato nel luglio 2022, per reagire all'instabilità dei mercati provocata dal conflitto in Ucraina. L'incertezza sullo scenario internazionale resta invariata"


Cia: un contentino riservato a chi coltiva azotofissatrici

"Da Bruxelles non arriva una risposta forte alle richieste degli agricoltori, ma un contentino che lascia perplessi su modalità e durata. Secondo le prime valutazioni, si tratta di una deroga all'obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti, ma limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali, potendo accedere allo stop solo chi coltiva colture azoto-fissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi con anche il divieto di usare prodotti fitosanitari", sottolinea in un comunicato Cia-agricoltori italiani


"Una proposta debole e insufficiente. Quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell'agricoltura, già dal consiglio Ue di domani, con lo stralcio 'senza se e senza ma' dell'obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni" aveva detto il presidente Cristiano Fini il 31 gennaio scorso: un'aspettativa destinata a rimanere presto delusa, visto il via libero appena possibilista dell'organo politico dell'Unione.


La protesta continua

Intanto, i gruppi della protesta prendono atto dell'esito dei vertici europei, assolutamente lontani dagli obiettivi del movimento. In serata di ieri, Danilo Calvani, portavoce dei Comitati Agricoli Riuniti che sono in lotta da 19 giorni, scrive sul profilo Facebook del Cra: "È deciso, si va a Roma!!!"

E, rivolto ai suoi agricoltori, annuncia: "Attendente comunicazioni in merito".

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