In Sicilia, i Consorzi di bonifica da 25 anni sono in mano ai commissari nominati dalla Regione Siciliana hanno - secondo recenti stime - circa 100 milioni di euro di debiti e sono in attesa di una definitiva riforma che pervenga al Consorzio unico di bonifica e ad una modernizzazione nei fatti del comparto irriguo. Tutto sembrava a portata di mano a fine giugno scorso, quando il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, aveva annunciato l'imminenza della nuova riforma, ma a quanto pare il processo di riforma si è nuovamente arenato.

"A quando la tanto sbandierata riforma?" A chiederselo, non senza un pizzico di ironia, è Rosa Giovanna Castagna, coordinatrice regionale di Agrinsieme Sicilia, organismo di coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri Alleanza delle cooperative. Da parte di Agrinsieme Sicilia si sollecita con urgenza il governo regionale dell'Isola a non sommare ulteriori ritardi a quelli già ampiamente accumulati durante una vorticosa girandola di tentativi di riforma del sistema, puntualmente rimasti incompiuti e che rischiano di rivolgere i loro negativi effetti contro l'agricoltura dell'isola.

Con l'effetto di lasciare da soli gli agricoltori di fronte al cambiamento in atto: la prossima fine della contribuzione da parte delle casse della Regione Siciliana verso gli enti di bonifica e la conseguente crescita dei tributi a carico degli agricoltori.
"Esattamente un quarto di secolo di gestione commissariale – sottolinea Castagna – ora bisogna con urgenza andare oltre e ristabilire il governo degli agricoltori favorendo un percorso che chiuda la vecchia gestione debitoria e consegni agli utenti agricoltori la gestione ordinaria libera da tutte le incrostazioni".

Con la legge regionale di stabilità del 2014 è stato definito l'ambito territoriale di operatività dei Consorzi di bonifica attraverso la costituzione di due organismi, uno per la Sicilia occidentale comprendente le strutture di Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Gela e l'altro per la Sicilia orientale raggruppando i consorzi di Enna, Caltagirone, Ragusa, Catania, Siracusa e Messina.
"Una situazione diventata finanziariamente insostenibile – evidenzia la coordinatrice di Agrinsieme Sicilia – La conseguenza di questa iniziativa ha portato alla riduzione dei commissari, da 11 a 2, lasciando invariate tutte le criticità del sistema".

Nella finanziaria regionale 2015 era stata invece approvata la norma che impone, a partire dal 2020, il pareggio di bilancio degli enti di bonifica e il contestuale progressivo abbattimento del contributo regionale.
"Stessa filosofia di intervento che viene riproposta con la nuova legge di riforma depositata all'Assemblea regionale siciliana – sottolinea Castagna - Tutto ciò non ha fatto altro sin qui che scaricare sugli utenti il frutto di cattive gestioni e aumenti spropositati di ruoli senza tener conto dell'effettivo beneficio ricevuto". Inoltre, secondo Castagna "Gli agricoltori non possono sostenere gli attuali canoni irrigui".

"Contestualmente è necessario affrontare la situazione riguardante l'indebitamento – afferma la coordinatrice regionale di Agrinsieme Sicilia – visto che un mutuo va fatto per azzerare il pregresso e non per mantenere in vita il sistema attuale. Debito che, secondo le ultime stime conosciute, dovrebbe superare i 100 milioni di euro. Occorre in ogni caso definire ed aggiornare l'entità precisa del debito complessivo accumulato ad una data prestabilita, possibilmente coincidente con quella di liquidazione degli organismi".

Castagna inoltre afferma quanto sia "necessario intervenire tempestivamente per l'abrogazione dell'articolo 47, comma 11 della legge di stabilità del 2015, norma che ha previsto la progressiva eliminazione della partecipazione regionale ai costi di gestione. Immediatamente dovranno essere sospesi, e successivamente depurati, tutti i ruoli consortili calcolati in base alle mancate entrate sostenute dalla Regione".

Nella nota di Agrinsieme Sicilia si mette ancora in luce quanto sia più che mai necessario mettere ordine nei servizi resi all'utenza e nella gestione economica e finanziari degli enti, garantendo le manutenzioni su reti obsolete, superando vecchi e dispendiosi sistemi di distribuzioni in alcune aree, mettendo in sicurezza e completando gli invasi, definendo una pianta organica di bacino che individui i reali bisogni dell'ente.

"Bisogna operare con una strategia di fondo – continua Castagna – che finalmente metta fine ad una pagina oscura della bonifica in Sicilia, provvedendo alla redazione e gestione dei piani di classifica per il riparto dei contributi, individuando i diversi tipi di intervento per l'utenza agricola ed extra agricola, affinché tutti paghino, si paghi quanto dovuto e in virtù dei benefici ricevuti".

Una riforma che è diventata urgente secondo la coordinatrice di Agrinsieme Sicilia, al punto che ogni ulteriore ritardo "rischia di azzerare tutti gli investimenti effettuati nel settore primario per migliorare la competitività delle aziende e la qualità della produzione: il presidente della Regione deve dare seguito all'impegno preso".