Questo indicatore, che coglie la dinamica di fondo dei prezzi agricoli, mostra una sostanziale stabilità congiunturale (+0,9% rispetto a maggio), a fronte di una significativa riduzione su base annua (-6%) di riflesso al deprezzamento di frumento, olio d’oliva, latte e avicoli. Con giugno, la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l’intero 2016 scende ancora in territorio negativo, passando dal -7,3% registrato nel mese di maggio al -8,5% in confronto con il dato medio 2015.
Andando più nel dettaglio, il comparto vegetale evidenzia nel complesso una congiuntura negativa (-6% a maggio), associata a una tendenza deflativa (-2,7% rispetto a giugno 2015). Secondo l’Ismea, il calo annuo riflette le riduzioni dei cereali (-4%), degli oli e grassi vegetali (-29,6%). Crescono invece i listini di soia e altre oleaginose (+9,2%) su base annua. In aumento anche i prezzi delle colture industraili, trainate dal tabacco (+11%). L’analisi congiunturale indica prezzi sostanzialmente stabili nel segmento dei vini, oli, colture industriali e i cereali.
Variazioni negative si evidenziano invece, per i prodotti frutticoli e orticoli, mentre i semi oleosi spuntano un più 4,3% su maggio. Nel comparto zootecnico la tendenza è deflativa (-4,6%) nonostante il dato congiunturale positivo (+1,4%). Il dato tendenziale riflette il deprezzamento di tutti i prodotti e in particolare di latte e derivati (-7,2%), dovuto al calo dei prezzi del burro e dei formaggi, oltre che delle uova. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, i dati diffusi dall’Istat indicano una tendenza generale ancora deflativa, mentre risultano in lieve rialzo i prezzi dei beni alimentari.
Secondo l’indice Foodxt, i segnali sono positivi con un +0,2% su base annua: in particolare è in ripresa la componente relativa ai beni alimentari non lavorati, il cui indice segna un avanzamento dello 0,4% rispetto a maggio e dello 0,7% su base annua.