C’è apprensione in questo momento per i coltivatori di pesche e nettarineha affermato Claudio Valente, presidente di Coldiretti Verona che ha incontrato in Prefettura il viceprefetto Gerardino Mattia con una delegazione di produttori e il direttore Giuseppe Ruffini il prefetto di Verona Perla Stancari –. Il nostro obiettivo è invertire la tendenza in atto, per cui ai produttori viene riconosciuto un prezzo di solo 20 centesimi al chilogrammo. Si tratta di un prezzo assolutamente insufficiente a ripagare i costi di produzione e che per di più rappresenta una beffa non solo per chi produce, ma anche per chi consuma che si trova spesso a pagare un prezzo decuplicato. Pesche e nettarine vengono pagate meno di quattordici anni fa. Si tratta di un prezzo scandaloso se paragonato ai prezzi di alcuni prodotti di uso corrente: ci vogliono 5,5 Kg di pesche per una tazzina di caffè, 20 Kg per un bitter, 49 Kg per una crema abbronzante”.

E’ urgente un intervento del ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali, si legge nella nota dell'Organizzazione. Coldiretti, infatti, presenterà al Governo una serie di proposte per interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro. In particolare chiederà una corretta riconversione varietale; il coordinamento unico per l’immissione del prodotto sul mercato; la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata; regole in materia di confezionamento che riducano i costi evitando il moltiplicarsi di formule diverse; lo sviluppo di fondi mutualistici per affrontare le situazioni eccezionali; la progettazione di nuove forme assicurative multirischio che comprendano le situazioni di crisi; l’esclusione della frutta più facilmente deperibile dal sistema del libero servizio nella Gdo.

Il pesco è un comparto importante per Verona, anche se in diminuzione, che raggiunge all’anno circa i 550.000 quintali tra pesche e nettarine per un valore di 29,5 milioni di euro in 2700 ettari coltivati. Una parte consistente delle produzioni, intorno al 40% è destinata all’esportazione anch’essa purtroppo in diminuzione. Il rischio del mercato locale, se persiste questa situazione, è di una perdita di 6 milioni di euro  per quest’anno non considerando l’indotto (imballaggi trasporti manodopera).

Sono più di una le ragioni che hanno determinato questo calo dei prezzi. Innanzitutto – ha precisato Giuseppe Ruffini, direttore della Coldiretti di Verona – la crisi di mercato che sta attraversando il settore ortofrutticolo, con particolare riferimento alle pesche e alle nettarine, è dovuta a una componente congiunturale che si somma a una pesante crisi strutturale: le condizioni climatiche hanno portato a un’anticipata maturazione dei frutti con una conseguente sovrapposizione di produzioni italiane, locali e straniere. La crisi economica ha portato a un forte calo dei consumi alimentari, che nel 2014 sono tornati indietro di oltre 30 anni. E’ necessario mettere in atto urgenti cambiamenti se non vogliamo rischiare il futuro delle produzioni di pesche e nettarine locali”.

Quanto da voi esposto è di rilievo – ha detto il viceprefetto Mattia – e sarà nostra cura segnalare le problematiche e le soluzioni da voi indicate, augurandoci che possibili prospettive anche a favore dei giovani in agricoltura”.

Per l’immediato, al fine di dare maggiore soddisfazione a chi produce la buona frutta veronese, rilanciare i consumi di più alta qualità e far ripartire mercato e prezzi negli ultimi 60 giorni di campagna, Coldiretti propone che il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, chieda (in accordo con altri Paesi) alla Commissione Ue l’utilizzo di quanto previsto dal Regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm Unica) per un ritiro straordinario di frutta estiva (pesche e nettarine, angurie, meloni) per due settimane, che riguardi sia soci, sia non soci di organizzazioni ortofrutticole.

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