“Il codice agricolo è opportuno per raggruppare tutta la normativa e districare i produttori dal ginepraio di leggi ma non c’è ancora un elaborato che soddisfi appieno le esigenze; nella bozza del decreto legislativo all’esame del Parlamento ci sono molti errori, norme dimenticate, leggi speciali equiparate a disposizioni ordinarie, richiami a norme desuete, equivoci interpretativi e scelte opinabili a volte addirittura in contrasto con la giurisprudenza costante di Cassazione”. Lo ha sottolineato Confagricoltura nell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera sullo schema di Dlgs di riordino della normativa agricola.
Confagricoltura – che ha consegnato un proprio documento alla Commissione - ha chiesto un ulteriore approfondimento da parte del Parlamento e del Governo “su un testo unico che rischia di nascere male”.

"Per la sopravvivenza stessa dell'agricoltura e del mondo rurale è fondamentale mettere mano al riordino della normativa agricola" ha detto Copagri. Al momento, ha sottolineato, "si 'naviga' tra provvedimenti anacronistici e sovrapposizioni giurisprudenziali": una situazione che di certo non aiuta lo sviluppo di un settore, quello dell'agricoltura, che è considerato da più parti strategico per le sorti economiche e sociali del Paese.

Bene, quindi, le nuove proposte legislative vagliate in Commissione, frutto evidente dell'impegno istituzionale in materia; tuttavia, secondo Copagri, "non può essere sufficiente al fine di rendere concretamente omogenea la materia della normativa agricola e non può che essere considerato un punto di partenza". Copagri invita dunque tutte le parti coinvolte ad accelerare i tempi della concertazione, istituendo rapidamente tavoli ad hoc, così da giungere in breve tempo "a un provvedimento ampiamente condiviso e funzionale allo sviluppo del settore".

Soddisfatta Fedagri-Confcooperative: "La nuova versione di quello che dovrebbe essere il futuro testo unico dell'agricoltura accoglie molte delle osservazioni avanzate a suo tempo dal mondo cooperativo e segna un primo passo verso la semplificazione e la razionalizzazione della copiosa normativa vigente". 

L'unico "rammarico", rende noto l'organizzazione cooperativa, è il mancato inserimento nel testo di tutta la disciplina della materia agroalimentare, come ad esempio "la normativa sulle organizzazioni dei produttori, l'interprofessione e la regolazione di mercato". 

La cooperazione agroalimentare rivendica inoltre il diritto di vedersi riconosciuta la qualifica di 'imprenditore agricolo' all'interno del Codice civile. "Si tratterebbe - ha concluso la confederazione - di un atto che darebbe maggior dignità agli oltre 800 mila imprenditori agricoli che hanno scelto di aggregarsi in cooperativa per tutelare il loro reddito e per competere sul mercato".