Un giovane che vuole aprire un’impresa agricola o un agriturismo impiega oggi almeno due anni e mezzo per farlo, a causa della burocrazia che limita di fatto la libertà di impresa sulla quale i interviene la manovra. E’questa l’analisi della Coldiretti presentata in occasione del Premio Oscar Green 2010, il Salone della creatività del Made in Italy promosso da Coldiretti Giovani Impresa con l’alto patronato del presidente della Repubblica.

Le pastoie burocratiche risultano essere uno degli ostacoli principali all’avvio dell’attività agricola, rileva Coldiretti, come evidenziato anche da un’indagine Coldiretti-Swg dalla quale emerge che 4 giovani su 10 indicano le lungaggini nell’esame e nella predisposizione di domande e documenti come il principale problema del settore agricolo. Secondo la ricerca, sottolinea la Coldiretti, un giovane che volesse oggi dare vita ad un’impresa agricola usufruendo degli strumenti messi a disposizione dalla politica di sviluppo rurale impiega in media un periodo pari a 2 anni e mezzo.

Analizzando i vari adempimenti necessari ad avviare l’attività, si scopre che soltanto l’apertura della partita iva e l’iscrizione al registro delle imprese e all’Inps portano via un totale di 13 giorni. I bandi dei Psr-Piani di sviluppo rurale per l’insediamento dei giovani in agricoltura escono solitamente dopo 120 giorni dall’approvazione dei Psr stessi. Passato questo periodo è possibile presentare la domanda, che impiega però 60 giorni per essere recepita, più altri 260 perché venga completata l’istruttoria. Il decreto che dà il via libera materiale, rileva la Coldiretti, alle misure per l’insediamento dei giovani viene in genere emesso dopo circa un anno, e altri 90 giorni serviranno per accedere al credito. In totale fanno circa due anni e mezzo per poter avviare l’attività, con l’ulteriore considerazione che per ultimare gli investimenti saranno necessari almeno altri 18 mesi. Dinanzi a tale situazione occorre, secondo Coldiretti, uno sforzo comune per lo snellimento delle procedure, anche attraverso l'effettivo coinvolgimento dei centri di servizi promossi dai privati, al fine di non pregiudicare il ricambio generazionale in agricoltura.

In Italia sono quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole che rappresentano la componente più dinamica dell'agricoltura italiana e rispetto al passato si segnala l'ingresso di giovani provenienti da famiglie, attività e studi extragricole in percentuale maggioreo. Le imprese condotte da giovani hanno una tenuta nettamente superiore a quella della media del settore. 

Secondo una indagine della Coldiretti le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54% alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75% della media (18.720 Euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per azienda in più. "Inoltre - conclude la Coldiretti - le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7% delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1%), ma incontrano qualche difficoltà nell'acquisto del capitale terra che solo nel 54% dei casi è in proprietà rispetto al 74% della media nazionale".