Agli allevamenti di suini andranno circa 11,5 milioni di euro e al comparto della macellazione 7,5 milioni per un totale di 19 milioni.

È questa la cifra messa a disposizione dal ministero dell'Agricoltura per sostenere la filiera suinicola alle prese con la peste suina africana.

L'annuncio lo ha dato il ministero dell'Agricoltura, precisando che sarà Agea, l'Agenzia per le Erogazioni in campo agricolo, a gestire queste risorse.

Intanto i focolai di peste suina africana nei cinghiali continuano ad aumentare e dallo Zooprofilattico di Piemonte e Lombardia fanno sapere che con i nuovi casi registrati in provincia di Genova il numero di cinghiali infetti fra Piemonte e Liguria è salito a 930. 

 

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I focolai di peste suina africana coinvolgono 114 comuni in Piemonte e Liguria
(Fonte: Istituto Zooprofilattico del Piemonte)

 

Gli abbattimenti

La circolazione del virus nella popolazione di selvatici è fra la cause principali della trasmissione del virus ai suini in allevamento.

Dopo i casi accertati in aziende suinicole in provincia di Pavia (casi già descritti da AgroNotizie) sono scattate le misure di contenimento del virus che prevedono fra l'altro l'abbattimento dei suini.

Obbligo che ha sollevato qualche polemica da parte di chi non conosce questa malattia. È bene ricordare che non esistono cure e che gli animali colpiti sono destinati in gran parte a morte certa dopo molte sofferenze. È anche opportuno ricordare che questo virus non colpisce in alcun modo l'uomo.

 

Le risorse disponibili

I fondi stanziati serviranno a rimborsare le attività della filiera suinicola che hanno subìto danni per le misure di restrizione imposte dall'emergenza sanitaria.

Danni ai quali si aggiunge il blocco delle movimentazioni e dei commerci internazionali e delle esportazioni in particolare.

Fondi che serviranno in parte anche per le attività di contenimento del numero di cinghiali.

Alle risorse messe a disposizione dal ministero dell'Agricoltura, si aggiungono le iniziative della regione Lombardia che ha stanziato 725mila euro destinati a queste attività di controllo dei selvatici.

La delibera proposta dall'assessore all'Agricoltura della Regione, Alessandro Beduschi, e approvata dalla Giunta Regionale, prevede una ripartizione fra le province in proporzione al numero di cinghiali abbattuti e al numero di suini allevati.

 

Il caso Sardegna

Mentre sale la preoccupazione nel triangolo compreso fra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, regioni dove è più sviluppato l'allevamento suinicolo, buone notizie arrivano invece dalla Sardegna, che da oltre 40 anni sta lottando contro la peste suina africana. 
Dallo Zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche, dove ha sede il centro di referenza nazionale per la peste suina africana, confermano che il trend epidemiologico attuale dimostra l'assenza di circolazione virale attiva dal 2019, cosa che consente di ridimensionare la zona infetta del selvatico e di ottenere una rivalutazione delle zone soggette a restrizione.

 

Un risultato raggiunto solo negli ultimi anni, grazie a un deciso cambio di rotta nel contenimento dei selvatici e degli allevamenti bradi privi di controllo.

Un esempio, come AgroNotizie® ha ricordato, che dimostra sia le grandi difficoltà nel debellare questo virus, sia la necessità di interventi severi e di uno sforzo importante nel favorire la biosicurezza degli allevamenti.