Il prezzo del latte è in recupero e torna a seguire il trend che contraddistingue il periodo fra fine primavera e inizio estate, tanto da lasciare immaginare che la curva continui a tendere verso l'alto per i prossimi mesi.

Lo evidenzia il grafico che segue, elaborato da Assolatte, dove sono evidenziate le curve del prezzo del latte spot italiano (quello venduto fuori contratto), che il 26 giugno ha segnato un aumento del 4,5%, raggiungendo quota 51,75 euro al quintale.

 

Resta però importante il divario con lo  scorso anno, quando il prezzo era più alto del 16,9%.

Va ricordato che l'impennata dei prezzi dello scorso anno era frutto di un periodo particolarmente complesso, con costi di produzione crescenti e in alcuni casi fuori controllo.


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Andamento del prezzo del latte spot di provenienza nazionale negli ultimi tre anni
(Fonte: Assolatte)


Il prezzo nella Ue

I primi mesi del 2023 hanno però visto una continua caduta dei prezzi, in modo analogo a quanto accaduto sui mercati europei.

Il prezzo medio del latte rilevato dalla Commissione europea in giugno e riferito al mese di aprile (questo il dato più recente) evidenzia infatti una sensibile flessione (meno 5,4%), con il prezzo che si è fermato a 47,5 euro al quintale.

Già si intravedevano però i segnali di una svolta, con il prezzo del latte in polvere che segnava aumenti prossimi al 2%.

 

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Il mercato mondiale

Conferma della tendenza all'aumento la si ritrova nei dati relativi all'andamento dei prezzi dei principali prodotti caseari sui mercati mondiali.

Nella prima metà di giugno quasi tutti i prezzi sono in aumento sia in Europa sia in Oceania.

Fanno eccezione i mercati statunitensi, dove tutti i prezzi hanno il segno meno davanti.

Un segnale del quale tenere conto, come l'andamento contrastato del cheddar, formaggio di riferimento per le quotazioni internazionali, il cui prezzo schizza verso l'alto in Oceania e precipita negli Usa. Un'instabilità che non va trascurata.

 

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Quanto latte c'è

Un aiuto ad anticipare la possibile evoluzione del mercato arriva dall'andamento della produzione di latte.

In Europa le consegne di latte mostrano un leggero aumento (+0,7% nel periodo gennaio marzo) rispetto allo scorso anno.

Più complessa la situazione a livello mondiale dove emerge il dato dell'Australia (meno 5,4%) e della Nuova Zelanda (meno 0,8%), in contrapposizione all'aumento della produzione segnalato negli Usa.

Nell'osservare i grafici che seguono va tenuto conto tuttavia dei diversi periodi di osservazione, da luglio ad aprile nel caso dell'Australia e solo da gennaio ad aprile per gli Usa. 

 

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La produzione italiana

Le consegne di latte in Italia sono in flessione (almeno sino a marzo, dato più recente a disposizione), seguendo un andamento simile a quello degli anni precedenti.

Rispetto allo scorso anno la produzione è rimasta sempre inferiore a quella registrata negli stessi periodi del 2022, come ben evidenziato dal grafico che segue, elaborato da Assolatte.

 

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Andamento delle consegne di latte in Italia negli ultimi tre anni
(Fonte: Assolatte)

 

I formaggi

Un importante punto di osservazione sul mercato del latte è quello del prezzo dei formaggi.

Non va infatti dimenticato che la maggior parte del latte prodotto in Italia è destinato alla trasformazione e che i due grandi Dop, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, ne assorbono un ingente quantitativo.

Stando ai dati rilevati da Ismea, il prezzo del Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi è in costante declino dall'aprile di quest'anno e anche nella terza settimana di giugno ha perso lo 0,1% rispetto a quella precedente, fermandosi a 10,21 euro al chilo.

 

Rispetto allo stesso periodo del 2022 si ha una flessione importante, meno 5,7%.

Solo lievi flessioni invece per il Grana Padano di analoga stagionatura, con prezzi nella terza settimana di giugno fermi a 9,56 euro al chilo.

Un equilibrio che potrebbe facilmente rompersi se non ci sarà un lungimirante governo della produzione.

 

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