Il prezzo del latte continua a salire.

Le quotazioni del latte spot, quello venduto fuori contratto, aumentano settimana dopo settimana e le ultime rilevazioni, riferite all'11 luglio, indicano prezzi di 65,12 euro al quintale, il 62,3% in più di quanto si registrava un anno fa.

 

Nel contempo sale ancora lo "spread" rispetto al latte tedesco e francese, su livelli inferiori rispetto a quello italiano.

Accade da tempo e si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto a quanto avveniva solo pochi anni fa.

 

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C'è meno latte

Cosa sta accadendo? Una risposta arriva dal recente report di Ismea, l'Istituto di servizi per i mercati agroalimentari, che mette in evidenza il calo della produzione a livello europeo, che nei primi tre mesi dell'anno è scesa dell'1,1%, come evidenzia il grafico che segue.

Meno importante il calo registrato nelle stalle italiane, che cedono lo 0,2%.

Un calo dovuto dall'impennata dei costi di produzione, che erode i margini degli allevamenti a dispetto degli aumenti di prezzo, mettendo fuori gioco le stalle meno efficienti, costrette così a ridurre la produzione nel tentativo di contenere le perdite.

 

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Il latte nel mondo

La fiammata del prezzo del latte non riguarda solo l'Italia.

Forti turbolenze si registrano sul mercato mondiale del latte in polvere, che si trova a fronteggiare gli aumenti dei costi energetici da un lato e dall'altro la minore disponibilità di prodotto da parte degli Usa e della Ue.

 

Ad accentuare la volatilità del mercato si aggiungono le minori importazioni da parte della Cina, che nei primi tre mesi dell'anno si sono ridotte del 16%, aumentando il livello di "turbolenza" del settore.

La tabella che segue, elaborata dalla Commissione europea, evidenzia come i mercati mondiali siano alla ricerca di una "direzione" da prendere, con gli Usa e la Ue che cedono posizioni, mentre i prezzi dell'Oceania continuano a salire.

 

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Il latte in Italia

Tornando al mercato italiano, gli aumenti non si fermano al latte, ma coinvolgono i formaggi, ai quali è destinata la maggior parte del latte prodotto in Italia.

L'analisi proposta da Ismea sull'andamento di questo settore da gennaio a maggio mostra aumenti generalizzati.

Formidabile l'aumento del prezzo del burro, che ha superato il 160%.

Importanti risultati anche per la mozzarella (+14,4%) e per il Grana Padano (+7,3%), formaggio di riferimento per la formulazione del prezzo del latte nei contratti fra industrie del latte e allevatori.

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Bene l'export

A dare impulso al mercato dei formaggi è il buon andamento dell'export.

Grazie alle maggiori vendite sui mercati esteri la bilancia commerciale del settore risulta in attivo per 493 milioni di euro, raggiungendo quota 3,6 miliardi di euro, con un aumento del 12,3% rispetto all'anno precedente.

Grana Padano e Parmigiano Reggiano figurano ai primi posti fra i formaggi più esportati, insieme alla mozzarella che segna un importante +28% in volume, che corrisponde a un +35% in valore.

 

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Il nuovo accordo sul prezzo

Questa la situazione, quale sarà l'evoluzione?

Difficile dirlo, sebbene sia improbabile al momento un'inversione di tendenza, tenuto conto dello scenario di costi in aumento e di crescita dell'inflazione.

Elementi che entreranno con prepotenza nelle discussioni per i futuri accordi sul prezzo del latte.

I contratti in corso, scaduti il 30 giugno, sono fermi a 0,48 euro al chilo ed è inevitabile siano rivisti al rialzo.

I primi incontri fra le parti si sono già svolti e si punta ad un accordo entro la fine di luglio.

 

Su tutto il settore del latte pesa tuttavia la minaccia rappresentata dai surrogati del latte, prodotti artificiali iperprocessati dalle dubbie proprietà nutritive e dalle inesplorate conseguenze su salute e ambiente.

Interrogativi che dovrebbero invitare alla cautela, ma che al momento vedono la politica europea succube del "fascino" delle novità di questi prodotti e delle loro promesse (tutte ancora da verificare) di sostenibilità.


Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.

Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.