Il sistema Arborea è in difficoltà a causa dell'aumento dei costi di produzione, al calo dei prezzi del prodotto, all'incertezza di erogazione del premio previsto nel Protocollo d'Intesa della Filiera Latte Vaccino, introdotto fino a marzo 2022. A dirlo sono i due presidenti delle realtà cooperative, Remigio Sequi (3A) e Walter Mureddu (Produttori Arborea) che chiedono alle istituzioni e alla Giunta Regionale di promuovere e adottare soluzioni che sostengano gli allevatori in questo momento di emergenza causato dall'aumento dei costi di produzione (energia, carburanti, materie prime, concimi e dalla diminuzione nella produzione del latte causato dalla blue tongue), mettendo in atto una politica "seria e efficace di pronta applicazione per sostenere il settore lattiero caseario".

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Una firma per il latte


"La filiera produttiva - sottolineano gli allevatori e trasformatori sardi - investe da sempre le proprie risorse nella professionalità, nel valore e nell'innovazione, e ha prodotto, con azioni impegnative e sacrifici, latte di alta qualità in un'ottica di sostenibilità, rispettosa del benessere animale. Inoltre, il premio di 3 centesimi a litro, definito con il protocollo d'intesa del latte vaccino sottoscritto con il Ministero delle Politiche Agricole, introdotto per un periodo limitato sino a marzo 2022 non è certo, sia perché condiviso da poche insegne della Grande Distribuzione Organizzata, Gdo, sia per le modalità di applicazione non esplicitamente definite".

In ogni caso, quell'integrazione "non è sufficiente a coprire i costi sostenuti dal comparto, più alti rispetto alle altre regioni italiane per l'insularità, con costi di trasporto in entrata e in uscita elevati, che si aggiungono ai recenti rincari dell'energia e di tutte le materie prime".

Nel 2021, nel giro di pochi mesi, le materie prime destinate all'alimentazione zootecnica sono aumentate mediamente del 35%, determinando un incremento del costo della razione alimentare giornaliera di una bovina del 22%, pari a 5 centesimi litro latte. Ne consegue che una stalla media di cento capi in lattazione con una produzione annua di circa un milione di litri di latte, registra una perdita di 50mila euro all'anno per il solo incremento dei costi alimentari. A questo si aggiungono il costo dell'energia elettrica, pari a +120%, il costo del gasolio agricolo, +60%, e il costo del concime (nello specifico urea) con +130%. Trend in ulteriore crescita nelle prime settimane del 2022.

"Auspichiamo un intervento istituzionale", dicono i vertici delle due cooperative, "in grado di garantire il giusto prezzo del mercato e di salvaguardare tutto il comparto produttivo del latte sardo composto da 250 aziende agricole che oggi rischiano il collasso perdendo un giro d'affari di circa 300 milioni di euro, più un indotto importante a cui afferiscono circa 3mila famiglie. È essenziale dare il giusto valore ad un alimento così prezioso per la salute, sia per rafforzare la sostenibilità di questa produzione, sia per garantire un latte di ottima qualità al consumatore".

Gli allevatori e i trasformatori di Latte Arborea e Cooperativa Produttori Arborea lanciano un appello alle istituzioni affinché intervengano con strumenti economici e operativi in tempi immediati e invitano i consumatori ad acquistare latte italiano, ancor meglio il latte sardo e i suoi derivati, prima di tutto per la qualità, e per sostenere le produzioni locali e salvaguardare l'agricoltura che, insieme al turismo, rappresenta per la Sardegna il volano più importante del sistema economico.


Coldiretti, Gdo sarda faccia la sua parte

"Condividiamo appieno la preoccupazione della Cooperativa Latte Arborea e della Cooperativa Produttori Arborea per l'aumento impazzito dei costi di produzione che sta mettendo severamente a rischio tutto il sistema produttivo". Lo sostiene Coldiretti Sardegna attraverso il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba: "un grido di dolore che facciamo nostro, che purtroppo coinvolge tutto il sistema agricolo sardo, ed intorno al quale deve nascere l'unione di tutta la filiera a cominciare dalle stesse istituzioni regionali, alla quale le cooperative si rivolgono".

"Come abbiamo già detto ai dirigenti delle cooperative - afferma il presidente Battista Cualbu - Coldiretti Sardegna è al loro fianco e faremo tutti i passi nella direzione di sostenere il comparto del latte vaccino che loro rappresentano. È un momento dove serve unità e collaborazione da parte di tutti e soprattutto da parte delle istituzioni. Se non si interviene in modo immediato si rischia di far chiudere nel silenzio e nell'indifferenza tante stalle sarde. Ma serve anche la collaborazione dei cittadini e dei consumatori sardi che da oltre mezzo secolo portano tutte le mattine nelle loro tavole i prodotti del sistema Arborea. Vorremmo che fossero soprattutto loro, con lo stesso orgoglio con cui scelgono di avere il latte sardo nelle loro tavole, ad essere i veri paladini del fatto che il latte debba avere un prezzo che consenta alle stalle di rimanere aperte".

Secondo Coldiretti Sardegna il Protocollo d'Intesa denominato Emergenza Stalle del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, firmato dall'intera filiera, su proposta della Coldiretti, deve partire subito, tagliando i limiti burocratici e rappresentando un punto di partenza da interpretare e sviluppare territorialmente.

"Un accordo di filiera, quello del Ministero, che dobbiamo declinare in Sardegna coinvolgendo la Grande Distribuzione Organizzata parte interessata di questa grave crisi - propone Coldiretti Sardegna con Battista Cualbu e Luca Saba -. Occorre portare ad un tavolo la Gdo sarda e chiedere loro di scegliere responsabilmente la Sardegna, andando anche oltre gli impegni ministeriali".


Confagricoltura, costi esorbitanti a causa dell'insularità

"Confagricoltura Oristano è al fianco della Cooperativa 3A, degli allevatori e della Cooperativa Produttori Arborea che chiedono alle istituzioni interventi urgenti per contrastare l'emergenza del latte vaccino". Lo ha detto il presidente provinciale di Oristano e presidente regionale, Paolo Mele, che già alcune settimane fa aveva rivolto un appello alla Regione affinché si adoperasse per venire incontro a questo mondo in forte difficoltà.

"La crisi del comparto, concentrato per la maggior parte nel distretto di Arborea - ha ricordato Mele -, sta raggiungendo livelli di criticità estremi dovuti alla forte crescita dei costi di produzione e alla diminuzione del latte causata dall'epidemia della blue tongue. L'incremento di tre-quattro centesimi a litro previsto dal provvedimento governativo Emergenza Stalle, in vigore fino al prossimo 31 marzo, è un passaggio importante per i nostri allevamenti, ma tuttavia non assolutamente sufficiente per coprire gli aumenti di energia, carburanti, mangimi, concimi e trasporti, che in Sardegna diventano ancora più pesanti per via dei costi esorbitanti dell'insularità. C'è poco tempo per intervenire e mettere al sicuro un comparto importantissimo, che dà di che vivere a migliaia di famiglie non solo nell'Oristanese, ma in tutta la regione", ha concluso il presidente provinciale.