Il primo allarme
A fine marzo, è Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, a scrivere al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per chiedere aiuto, per via del calo della domanda del latticino sui mercati: “Nel mese di marzo che sta per finire – scriveva Raimondo – abbiamo assistito a un calo della produzione di mozzarella di bufala campana Dop di circa il 50%, legato soprattutto al blocco del canale Horeca. Chiediamo che ora ognuno faccia la sua parte per evitare ricadute sociali ed economiche che sarebbero drammatiche”. Secondo la stima eseguita all'epoca da AgroNotizie, e basata su tale asserzione, sarebbero finite in congelatore nei caseifici non meno di 12.386 tonnellate di latte di bufala idoneo alla trasformazione in mozzarella di bufala campana, a fronte di una mancata produzione di circa 2200 tonnellate di Mozzarella Dop.I dati del Consorzio pubblicati dal Clal
Ecco invece i dati pubblicati dal Clal. Il latte ritirato dagli allevatori nel mese di marzo 2020, secondo il Consorzio, è pari a 24.996 tonnellate. E la produzione di mozzarella Dop nello stesso mese è di 3268 tonnellate: il calo produttivo del latticino è del 15% esatto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.Cosa può essere successo che spieghi il disallineamento così vistoso tra previsioni e risultati?E’ possibile che parte del deficit di domanda prodotto dalla chiusura del canale Horeca e dal rallentamento dell’export sia stato assorbito da un incremento della domanda della grande distribuzione organizzata inizialmente non previsto dagli stessi caseifici, che si sono ritrovati – in una prima fase dell’emergenza - a comunicare dati incompleti, quindi al netto dell’incremento degli ordini da parte della Gdo. Una tale ipotesi è suffragata da un’indagine di mercato resa pubblica da Ac Nielsen, secondo la quale, nella settimana tra il 9 ed il 15 marzo le vendite di mozzarelle nella Gdo sarebbero aumentate del +43,4%. Analogo fenomeno è riportato da Ac Nielsen per la settimana 16-2 marzo, con la crescita di vendite di mozzarelle al 44,6%. E di tale effetto potrebbe essere parte anche la mozzarella di bufala campana.
Il repentino cambiamento del mercato ha generato un forte disorientamento tra gli operatori caseari, non più in condizioni di fare previsioni sull'effettiva domanda di prodotto. E una quota ingente del latte ritirato dai caseifici non è stata utilizzata subito per la mozzarella Dop ed è stata destinata al congelamento o ad altri prodotti a base di latte bufalino. Infatti, in parte effettivamente si è prodotta molta meno mozzarella Dop del previsto, atteso che con gli allevamenti in rimonta era previsto un incremento della produzione lattiera. Infine, una quota del latte congelato sarà destinata in un momento successivo alla produzione di mozzarella Dop, in forza della deroga temporanea al disciplinare di produzione concessa dal ministero alle Politiche agricole.
Infatti, tornando ai dati ufficiali, i quantitativi ritirati di latte a marzo 2020 sono quasi gli stessi dell’anno precedente: 24.996 tonnellate, solo 25 tonnellate in meno rispetto alle 25.021 tonnellate ritirate a marzo 2019. E visto l’incremento produttivo atteso, il latte rimasto nelle mani degli allevatori bufalini è stato molto di più del non ritirato.
Ed anche in valore assoluto la differenza produttiva in mozzarella Dop non appare grandissima: 578 tonnellate prodotte in meno a marzo 2020, rispetto allo stesso mese del 2019, per un valore al caseificio stimabile intorno ai 5,2 milioni di euro.