Copagri il 19 febbraio scorso da Roma scrive alla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova e rompe la cortina di silenzio calata negli ultimi giorni sul cosa fare per far uscire dalla crisi il comparto ovino in Sardegna. Intanto ieri l'assemblea dell'Organismo interprofessionale del latte ovino sardo ha eletto il nuovo presidente: Giommaria Alvau, amministratore della cooperativa Lait di Ittiri

Il tutto accade dopo l'effimero entusiasmo di sabato scorso per i mancati nuovi dazi Usa, che avevano generato attesa per un rialzo del prezzo del Pecorino romano Dop, che però lunedì è rimasto a valori invariati in Borsa merci a Milano.

Il tutto dopo che a Cagliari era già nuovamente tornato il silenzio, rimanendo pochi echi del progetto di legge dell’assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia - lanciato la settimana scorsa al Tavolo del comparto ovicaprino - e che aveva incassato il solo cauto assenso di Confagricoltura Sardegna. Obiettivi delle nuove future norme: la obbligatorietà dei contratti scritti tra produttori ovini e caseifici e la nascita dell’Ente sardo per la pastorizia, con la missione di costruire con una piattaforma informatica la tracciabilità e rintracciabilità integrale della filiera ovina sarda.

A riaprire il dibattito sul cosa fare a breve termine per ristrutturare la filiera ovina da latte alla fine ci ha pensato Copagri: il 19 febbraio scorso, con una lettera congiunta, sottoscritta dal presidente nazionale Francesco Verrascina e dal responsabile nazionale per il comparto ovino Pietro Tandeddu, destinataria ministra alle Politiche agricole, Teresa Bellanova. Sollecitata con la missiva, nel quadro delle sue prerogative, a dare attuazione, in primo luogo, agli impegni assunti a Roma nella riunione del 28 novembre 2019.

Tra i punti sottoposti all’attenzione della ministra, l’apertura dei Tavoli da lei proposti in quella sede per l’approfondimento delle tematiche relative al credito, innovazione, trasparenza e promozione e la rapida attuazione della legge 44/2019 approvata in risposta alla crisi.

"Si invita in particolare la ministra, anche alla luce di un recente emendamento, proposto ed approvato in sede di discussione del decreto Milleproroghe, a ridefinire il decreto attuativo della legge nella parte che impone agli acquirenti di latte la comunicazione trimestrale, originariamente mensile, dei quantitativi di latte conferiti, dei prodotti ottenuti e delle giacenze di magazzino" è scritto in un comunicato stampa diffuso da Copagri.

“Il decreto ministeriale - sostiene con un tono garbatamente polemico Copagri - non dovrà attendere il 31 dicembre, termine fissato dall’emendamento citato, per essere inserito all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni e poi emanato”.

“Nella nota inviata alla ministra – sottolinea Pietro Tandeddu – viene altresì richiamata l’esigenza della ricostituzione del Tavolo di Filiera del latte ovicaprino, non operativo dal 2008 al fine di dare dignità ad un comparto di rilievo nazionale”. E quello proposto da Copagri è un vero e proprio piano d’azione con le priorità da affrontare.

Secondo Tandeddu, sui 14 milioni di euro stanziati per un'asta Agea volta a sottrarre eccedenze al mercato, occorre ”ripartire il finanziamento, disposto per l’acquisto di Pecorino romano da destinare agli indigenti, in più tranches onde trovarci pronti in caso di nuova sovrapproduzione, da scoraggiare comunque e in ogni modo”.

Ma è anche necessaria “Una diversa destinazione dei 5 milioni che la legge 44/2019 ha destinato ad abbattere i costi del credito degli allevatori per andare a favorire la diversificazione della produzione casearia, in primis verso le altre due Dop" aggiunge il responsabile del settore ovino di Copagri.

Per Tandeddu è altresì importante “la programmazione di un incontro con il Consorzio tutela del Pecorino romano per una riapertura del dialogo sul piano di autoregolamentazione e per un confronto collegiale sulle modifiche da apportare allo Statuto ed al Disciplinare di produzione, prima che il ministero dia un parere definitivo”.

Infine il responsabile nazionale di Copagri per il settore ovino ritiene ormai non più rinviabile “un impegno specifico per garantire il rispetto di corrette relazioni contrattuali, come stabilito dalla normativa europea e nazionale, anche attraverso il recepimento della normativa comunitaria sulle pratiche sleali ed il rispetto da parte di Ismea dell’obbligo a definire mensilmente i costi di produzione.”

“Nonostante qualche timido segnale di ripersa delle quotazioni del pecorino romano – ha dichiarato Francesco Verrascina, presidente nazionale di Copagri – è ancora molto forte il disagio degli allevatori in relazione alla situazione del comparto ovicaprino; a distanza di quasi tre mesi dall’ultimo incontro in merito, riteniamo opportuno tenere alta l’attenzione su questa problematica che, a nostro avviso, non va affrontata solo in maniera contingente e a ridosso delle emergenze, ma in chiave sistemica e in ottica di lungo periodo”.