Si tratta di due nidi, tra cui uno ad Ameglia, la località al confine con la Toscana dove è avvenuta l’ultima segnalazione tra agosto e settembre.
A trovarli la squadra di ricerca dell’Università di Torino provvista del radar messo a punto proprio per cercare i nidi del calabrone asiatico insieme a volontari delle associazioni Alpa Miele, Apiliguria e Toscana Miele.
Il ritrovamento dei nidi da un lato è positivo in quanto ora è possibile procedere alla loro distruzione, ma dall’altro è la prova che il calabrone si è stabilito nel territorio.
Le segnalazioni alla rete StopVelutina nello spezino erano iniziate lo scorso anno, con il primo ritrovamento in località Limone e sono proseguiti nel 2017 e nel 2018.
Ora c’è una corsa per cercare di individuare altri nidi nella zona intorno alle varie località di avvistamento e nella prossima settimana torneranno i tecnici di Torino con la strumentazione.